L’idea che sta alla base di Upside Down è talmente folle che è incredibile che qualcuno abbia avuto il coraggio di metterla in scena: due mondi che ruotano attorno alla stessa stella e che hanno lo stesso cielo, ma forze di gravità opposte; due mondi che si guardano ma che non possono toccarsi: è questa l’ambientazione del film, ed è singolare il fatto che il problema gravitazionale che questa premessa fa sorgere sia la cosa più convincente; oltre ad essere affascinante dal punto di vista scientifico (ma non approfondirei troppo la questione scientifica, è un po’ come i viaggi nel tempo, più scavi e più incongruenze trovi), è anche un ottimo espediente per creare immagini suggestive e poetiche ed inserire una variabile fondamentale nelle, poche, scene d’azione.
Anche l’idea che il mondo di sopra sfrutti il mondo di sotto e consideri i suoi abitanti inferiori, nonostante non sia esattamente originale, serve a dare un po’ di spessore al film e a dare alla storia d’amore tra Jim Sturgess e Kristen Dunst l’epicità che serve affinchè valga la pena raccontarla.
E se il regista, qui anche sceneggiatore, Juan Diego Solanas, avesse continuato a sforzarsi per completare la scrittura del film, anzichè pensare a quante belle immagini poteva creare con i due mondi uno sopra l’altro, la maggior parte delle quali tra l’altro fastidiosamente patinate, probabilmente ci troveremmo di fronte ad un gran film di fantascienza.
Però purtroppo la storia è banalissima, la lotta di classe è cruenta solo nelle intenzioni, l’impossibile e struggente storia d’amore è in realtà solo melensa, e lo sguardo vuoto di Kristen Dunst di certo non aiuta.
E nonostante questo, fino a 10 minuti dalla fine, io francamente la sufficienza l’avrei data al film: resto sempre ed inesorabilmente incantato dalle idee folli.
Però purtroppo il finale del film sembra essere stato scritto dalle scimmie dei Simpson, che in preda ai fumi dell’alcool hanno pensato: ok, adesso facciamo il lieto fine. Un lieto fine talmente fuori da ogni logica, talmente slegato dal resto del film, che risulta più incredibile del discorso delle diverse gravità.