SERIE A: CAGLIARI SHOW, COMMEDIE A PALERMO E IL NAPOLI SPRECA ANCORA

 

Come se esigenze televisive e impegni di coppa non influissero già abbastanza sul calendario, la ventiseiesima giornata di serie A ha dovuto pure fare i conti col maltempo. Al tirar delle somme, però, quasi tutte le partite a rischio rinvio si sono disputate, più o meno regolarmente. Già, più o meno, dato che a Bergamo i più nostalgici si aspettavano anche di veder sfrecciare la sagoma di Alberto Tomba tra Lamela e Livaja. L’eccezione è stata rappresentata da Bologna-Fiorentina, originariamente in programma per domenica alle 15 e poi rinviata a domani sera. Ad ogni modo, con questo lunedì 25 febbraio, il quadro si è quasi completato.

Ha aperto le danze alle 19 la sfida tra Udinese e Napoli, conclusasi senza reti per la gioia della Juventus, che vede aumentare a 6 punti il proprio vantaggio proprio alla vigilia dello scontro diretto di venerdì. Mentre in città si festeggiava il ritorno del figliol prodigo Maradona, al Friuli gli azzurri sciupano un’altra occasione, l’ennesima, per provare a restare in scia della battistrada e continuare a cullare concretamente il sogno scudetto. I partenopei soffrono la pressione: avevano l’obbligo di vincere ma le gambe non hanno risposto a dovere. Oltre tutto senza i gol di Cavani, a secco da un mese (!), cantar messa sembra davvero problematico. Negli spogliatoi Mazzarri -caso strano- si è lamentato per due rigori non concessi. Ebbene, Il buon Walter non perderà mai il vizio di sbilanciarsi a caldo, dato che le moviole hanno poi sancito che di rigori ne andavano fischiati due, sì, ma uno era a favore dell’Udinese. 

Alle 21 è stata quindi la volta di Lazio e Pescara, chiamate a fronteggiarsi sul terreno dell’ Olimpico. Ai biancocelesti son bastati sei minuti a cavallo della mezzora del primo tempo per sbrigare la pratica abruzzese, grazie alle prodezze di Radu e Lulic. Con questi tre punti, Hernanes e soci si riappropriano del terzo posto e, a questo punto, il match di sabato contro i rossoneri assume i contorni di una vera e propria finale in chiave qualificazione Champions.

Facendo adesso un passo indietro per analizzare le sfide domenicali, ad onor di blasone il clou era rappresentato dall’attesissimo posticipo tra Inter e Milan, terminato con un pareggio per 1-1. Un derby della Madonnina abbastanza piacevole, dominato dagli spreconi rossoneri fino alla metà del secondo tempo e caratterizzato dalla perla di El Shaarawy -oltre che dalla sfida nella sfida tra Balotelli e lo strepitoso Handanovic– nella prima frazione. Il colpo di scena arriva a 20 minuti dalla fine, quando la “Stramaccioni productions” manda in onda l’ultima puntata della fortunata serie evergreen “Nel calcio, chi sbaglia paga”: regia di Yuto Nagatomo, interpretazione da Oscar di Ezequiel Schelotto che, appena entrato, bagna con un bellissimo terzo tempo il suo esordio assoluto nella stracittadina milanese. Un punto che fa morale in casa interista, anche se Cassano nei panni di “falso nueve” non convince e aumentano i rimpianti per il buon Livaja, troppo frettolosamente ceduto all’Atalanta.

Per quanto riguarda le partite delle 15, l’attenzione era focalizzata sullo Juventus Stadium, dove la capolista aveva da sbrogliare la matassa Siena, compagine in gran spolvero e reduce dai roboanti successi contro Inter e Lazio nelle ultime uscite. Questa volta, però, i toscani le tre pappine le contabilizzano al passivo, anche se Il 3-0 finale appare invero troppo pesante per gli ospiti che -subìto il gollonzo di Lichtsteiner- non si disuniscono dopo il raddoppio dello stizzito Giovinco, provano a riaprire la gara ma trovano nel palo e in Buffon due ostacoli insormontabili. La botta da fuori di Pogba -ormai marchio di fabbrica del talentuoso transalpino- chiude definitivamente i giochi allo scadere. Antonio Conte può esultare per le missioni compiute: tre punti in cassaforte e diffidati “incolumi”, al San Paolo ci saranno tutti. 
Ma il pomeriggio di ieri ha, altresì, riservato agli appassionati due gare dall’elevato contenuto spettacolare. Si era già accennato ad Atalanta – Roma, che ha visto il successo esterno per 3-2 dei giallorossi su un manto nevoso, ma il piatto forte è stato servito da Cagliari e Torino nel deserto di Is Arenas. E, col senno di poi, probabilmente è stato un bene che si sia giocato a porte chiuse, considerato che l’evolversi della partita avrebbe potuto nuocere ad eventuali cardiopatici presenti sugli spalti. Fino al 37′ poco o nulla, ma il penalty dell’1-0 realizzato da Sau innesca la miccia. In avvio di ripresa, un Cerci tornato a livelli sensazionali pareggia il conto, poi Stevanovic ribalta del tutto il risultato prima del momentaneo 2-2, griffato Daniele Conti. Dall’ 85’ in poi si scatena l’inferno, roba da Massimo Decimo Meridio. Ogbonna causa un rigore e si fa espellere, Pinilla dal dischetto trasforma il punto del 3-2. Minuto 88: espulso un altro colored granata, Diop, Torino in 9 e sardi gongolanti, fino al 93′, quando Bianchi si procura e segna il terzo rigore della giornata che vale il 3-3. Impresa Toro. Anzi no, perché all’ultimo respiro ancora Conti pesca il jolly dalla distanza, bucando ancora Gillet con la complice deviazione di Glik, per il definitivo 4-3 da consegnare agli annali. 
Nelle altre partite, da rimarcare l’ennesima impresa del Catania, che sbanca il Tardini e getta definitivamente la maschera: l’Europa League è lì, il terzo posto a sole cinque lunghezze. Vince anche la Sampdoria, che nel lunch match regola il Chievo per 2-0; mentre, nel primo anticipo, Palermo e Genoa non sono andati oltre lo 0-0, preludio della nuova pantomima in salsa rosanero che ha portato al quarto cambio di guida tecnica, con l’esonero di Malesani ed il ritorno in panchina di Giampiero Gasperini.  Zamparini si è finalmente accorto che il mercato di gennaio, Pietro Lo Monaco -anch’egli defenestrato- l’aveva fatto proprio per il 3-4-3 del Gasp. Nel capoluogo siciliano fioccheranno i ceri a Santa Rosalia, probabilmente la migliore alleata per scongiurare la B. (JODY COLLETTI)

 

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