E’ iniziato con un presidio oggi 22 Febbraio, dalle 10 alle 13, dinanzi alla Agenzia delle dogane di Messina, il progetto della rete Sdoganiamo Messina, che raccoglie le adesioni di diverse associazioni accomunate dall’idea di una nuova vita per la struttura sorta sulle macerie del Palazzo Reale, ed oggi di proprietà del Ministero dell’Economia. Circa un centinaio le persone, tra studenti e professionisti, che hanno partecipato al sit-in nel corso del quale si sono susseguiti gli interventi degli organizzatori dell’incontro.
Ad aprire Nicola Cassata, portavoce del movimento Patto Generazionale “La nostra iniziativa parte dalla dogana per vari aspetti, primo fra tutti la sostenibilità economica del progetto. Si tratta infatti di un punto nevralgico che può coinvolgere 300 mila crocieristi l’anno insieme al milione di utenti del Metromare. In questi spazi è previsto altresì un progetto di pedonalizzazione dell’area. E’ verisimile riconoscere un valore economico al progetto di creazione, all’interno degli spazi inutilizzati dell’edificio doganale, di un polo enogastronomico ed artigianale che possa attrarre turisti e cittadini come vetrina delle principali vocazioni della nostra terra”.
Aggiunge Mauro Prestipino dell’associazione Ingenium: “Sdoganiamo Messina” intende estendere il ragionamento a tutta l’area portuale e cittadina, con progetti integrati e non scollegati. Mi riferisco alle sorti della Fiera, dell’Arsenale, della Zona falcata”.
Segue Smeralda Mangano presidente dell’associazione Morgana: “Crediamo che per far valere un’idea per Messina basti un presidio di tre ore, non di tre mesi”…
Interviene anche il presidente dell’associazione MeGreen, Francesco Armone: “A 20 anni voglio credere che si possa, oltre che nascere, crescere e vivere a Messina. Vedere amici abbandonare questa realtà per andare all’estero crea uno sconforto che andrebbe superato da uno scatto d’orgoglio della nostra generazione. Questa iniziativa è l’emblema della direzione che questa città dovrebbe prendere per risollevarsi sul piano economico ed occupazionale”.
Conclude Alberto De Luca, ideatore dell’iniziativa: “Andremo avanti fino in fondo. Ho già chiesto un incontro con il Direttore generale delle dogane, e presto ne renderò conto alla cittadinanza. Vogliamo capire se c’è alla base una volontà politica di spostare il crocerismo a Catania. Non si capisce perché nel capoluogo etneo è stato possibile valorizzare le aree della dogana per offrire servizi ai turisti e a Messina no. I dati confermano infatti una crescita del flusso croceristico catanese a scapito di quello messinese.”