VIOLENZA SESSUALE E SILENZI COMPLICI: DUE SEDICENNI AGLI ARRESTI DOMICILIARI, MA LA SCUOLA DOV’ERA?

 

 

Solo pochi giorni fa anche nelle nostra città si svolgeva l’evento “One billion rising” che ha coinvolto un miliardo di donne nel mondo per non spegnere la luce sulla violenza di genere. Oggi siamo costretti a fare i conti con una notizia grave. Non solo per il fatto in se, ma anche perché è avvenuto in un liceo, in una delle scuole della città che dovrebbero formare la future classi dirigenti, in un luogo “sicuro” dove i genitori pensano ai propri figli.

Così fa il giro delle cronache nazionali la notizia di due studenti di 16 anni che sono stati arrestati per violenza sessuale nei confronti di una compagna di classe che avrebbero palpeggiato ripetutamente e costretto a spogliarsi dinanzi agli altri studenti.

La violenza è avvenuta nel cortile della scuola durante la ricreazione, ed è stata ripresa da una telecamera che militari dell’Arma avevano fatto istallare dopo la denuncia presentata dai genitori della ragazzina. L’episodio che ha fatto scattare l’arresto, infatti, è stato l’ultimo di una serie di violenze, anche psicologiche, che evidentemente hanno spinto la ragazzina a ribellarsi e a confidarsi con i genitori che l’hanno sostenuta nell’affrontare tutto quello che comporta “reagire”.

In un sistema “chiuso” come una scuola, infatti, è plausibile che di questa storia e dei suoi protagonisti si sia iniziato a chiacchierare molto prima dell’intervento dei carabinieri. Tanto che la vittima non solo doveva fare i conti con il muro di omertà che evidentemente proteggeva i “bulli”, ma con le ripetute pubbliche umiliazioni della gogna mediatica che ormai è facebook utilizzato per colpire la compagna. La ragazza infatti era stata poi insultata su Facebook, sui profili del social network visitati dalla gran parte degli studenti dell’istituto scolastico.

Questa la vera notizia. Perché se la giustizia procederà nei confronti dei due sedicenni, incastrati dal filmato ripreso dalle telecamere istallate dai Carabinieri,  a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari dal Tribunale dei Minori, resta una scuola che dovrà interrogarsi su tutte le responsabilità e le complicità, anche involontarie, che hanno permesso questa azione.

Prima dei giudici questi ragazzi hanno necessità degli insegnati, e prima degli insegnanti dei genitori. (PAL.MA.)

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