A Gennaio gli ex dipendenti Triscele avevano incontrato il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, e lui aveva proposto due soluzioni immediate : vincolare l’area del birrificio affinchè non sia edificabile, e costruire un nuovo stabilimento a Barcellona P.G.
A distanza di un mese l’idea si è concretizzata, con la Soprintendenza ai Beni culturali che, secondo quanto pubblicato sul Giornale di Sicilia (in un articolo di Antonio Caffo), ha avviato l’iter per apporre il vincolo di Bene storico, per la presenza industriale della ex Birra Messina.
Una decisione che cambia la destinazione dell’area e il destino dei Faranda, titolari della ditta posta sotto concordato fallimentare, e che in quell’area avrebbero voluto costruire delle palazzine.
Il vincolo non consentirà agli ex 41 dipendenti di ritornare al lavoro, ma certamente appare come un “risarcimento” morale per quello che è stato considerato un vero e proprio “tradimento”, dal momento che erano stati gli stessi lavoratori a chiedere con forza al consiglio comunale di votare la delibera per il cambio di destinazione d’uso da industriale a residenziale, per consentire ai Faranda di avviare un milionario progetto edilizio in cambio della promessa di investire il ricavato per avviare la produzione di birra in un nuovo stabilimento.
Ottenuto che sull’area, dall’alto valore storico imprenditoriale per la città, venga apposto il vincolo, per i Faranda inizia una nuova “sfida” e c’è chi prospetta una risposta a suon di carte bollate.
Intanto gli ex dipendenti non si rassegnano: mentre prosegue ad oltranza la protesta dinanzi ai cancelli di Via Bonino, continua a crescere il numero di firmatari (sono già 770) della petizione lanciata sul web, a sostegno non solo delle famiglie degli ex lavoratori, ma anche per chiedere che non sparisca quest’altro pezzo di storia economica e sociale di Messina.