Con un comunicato stampa l’amministrazione comunale barcellonese ha fatto sapere di partecipare al ricordo delle vittime delle foibe. Le grotte verticali (profonde anche decine di metri) del territorio dolimitico tra la Dalmazia e la Venezia Giulia chiamate, per l’appunto, foibe furono adibite ad orrende fosse comuni in varie occasioni della storia umana, non ultime quelle dei tragici avvenimenti verificatisi ai nostri confini orientali durante e poco dopo la Seconda Guerra Mondiale. In quegli anni, tra il ‘43 ed il ‘45, vi fu il violento epilogo di una contesa territoriale ma soprattutto culturale tra le componenti della variegata popolazione dalmatica: quella italiana (spesso di etnia mista ma italiana per cultura e formazione) e quella slavo/slovena. Tale scontro culturale era in corso da più di un secolo perché iniziato nei primi decenni del 1800 e gli eccidi oggi ricordati ne furono purtroppo soltanto la conclusione. La storia di quegli avvenimenti meriterebbe davvero uno studio storico ampio e neutrale che è già in corso ma che non riesce ancor oggi a trovare risonanza perchè, vergognosamente, alcuni partiti politici tendono a non volerli affrontare mentre altri decidono spesso di strumentalizzarli per creare dibattito politico; in entrambi i casi si fa nuovamente violenza ad esseri umani uccisi proprio perché altri politici ed altri “ideologisti” dell’uno e dell’altro fronte mossero nei loro tempi masse disordinate armandole e spingendole a compiere reciprocamente quelle atroci violenze. Così agli storici non tocca che parlarne ancora nei propri salotti, provando costantemente ad uscirne corazzati perché già consapevoli di dover combattere anche il reiterato tentativo di essere etichettati come simpatizzanti di questa o quella corrente politica. Quanto a queste ultime, le “correnti”, entrambe sarebbero invece tenute a fare un buon esame di coscienza, avendo conseguentemente più rispetto per chi semplicemente avverte il dovere di parlare compostamente di un trauma che va affrontato per andare avanti nel progresso civile.
Pur parlandosene molto più di una decina di anni fa, dopo essere stati per anni dimenticati o addirittura negati come la Shoah, gli eccidi delle foibe continuano a non trovare il proprio dovuto spazio nei testi liceali e dell’istruzione dell’obbligo, relegati a studio universitario di chi decide di dedicarvisi una volta lasciato il liceo. Forse perché a qualcuno fa comodo così, anche se si tratta di una “convenienza” pericolosa oltre che aberrante. Infatti gli errori/orrori del passato non potranno mai essere compresi se lasciati in un angolo: bisogna sempre “metabolizzare” l’orrore per capire a fondo come prevenirlo nel domani; così oggi (forse anche più di ieri) sono forti le correnti negazioniste che rifiutano di affrontare i gravi orrori verificatisi nel periodo di formazione nazionale degli odierni stati europei, quando nessuno vigilò sulle coscienze comuni e soprattutto sulla coscienza della “massa”, il mostro informe ed anonimo che riesce a trasformare il singolo cittadino e vicino di casa in un atroce assassino. Nella speranza che un giorno – sia a Barcellona P.G. che altrove nel territorio Italiano – si organizzino manifestazioni non soltanto di cordoglio ma anche di pubblica informazione (seria e fatta bene) su quanto abbiamo detto, si allega qui di seguito il comunicato ricevuto oggi dalla nostra redazione.
“Oggi, 10 febbraio ricorre il “Giorno del ricordo”, giornata di commemorazione delle Foibe che deve essere vissuta come un importante momento di approfondimento di una pagina della nostra storia spesso purtroppo dimenticata. A cavallo del 1945 circa diecimila persone furono uccise per motivi etnici e politici e molte altre furono costrette a fuggire. L’eccidio, che sconvolse i territori della Venezia Giulia e della Dalmazia, per lungo tempo è stato purtroppo
strumentalizzato a seconda della convenienza ideologica e deve invece essere ricordato e studiato, affinché dalla memoria e dal ricordo possa nascere un momento di concreta e positiva costruzione della conoscenza. Ricordare quanto successo ai cittadini dalmati, istriani e fiumani non può che ricondurci ad affermare la necessità di una società in cui il rispetto e la tolleranza siano i principi cardine per la convivenza, una società in cui la divergenza politica o l’appartenenza ad un gruppo etnico rappresentino un motivo di confronto e di arricchimento reciproco e non di discriminazione e violenza.
Per questo motivo il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto aderisce alla Giornata del ricordo, è un dovere morale delle
istituzioni, oltre che civile e politico, impegnarsi affinché la società che si rappresenta raggiunga una memoria condivisa degli avvenimenti che caratterizzano la propria storia.”(CARMEN MERLINO)