Giorni di polemica quelli tra il prof. Dario Caroniti e il presidente dell’Arcigay di Messina Rosario Duca.
La diatriba è iniziata il 22 Gennaio, giorno in cui l’ex assessore pubblica sul social network Facebook uno “status” che ha fatto saltare dalla sedia l’ArcyGay messinese:
”Non nasciamo uomini, ma bambini – aveva “postato” l’ex assessore – Per diventarlo è necessaria una civiltà, che ci comunichi un linguaggio, una educazione, una cultura. Per essere uno spoudaios, come definiva Aristotele l’uomo maturo, bisogna conoscere e praticare le virtù, etiche e dianoetiche. La sapienza, la conoscenza, la forza, il coraggio, la prudenza, non sono doti primordiali, ma il risultato di una crescita naturale, frutto di interazione tra la predisposizione e la società politica nella quale cresciamo. Il vero problema quindi –ha concluso Caroniti- oltre le legislazioni che aprono le porte alle famiglie dei gay, è la decadenza morale della nostra civiltà. Se le donne si lamentano di non trovare più uomini è perché la nostra società è omosessuale!”
Da quel momento un’escalation di commenti ha condotto Rosario Duca a voler denunciare l’ex assessore all’Unar, ufficio nazionale antidiscriminazione razziale, in quanto il messaggio di Caroniti inciterebbe alla violenza nei confronti di tutti gli omosessuali.
Proprio ieri i due sono stati ospiti di Radio Street per un confronto che, se non è servito a cambiare posizione rispetto ai fatti, ha permesso un chiarimento. Caroniti ha voluto spiegare che la riflessione pubblicata sul social network è stata completamente travisata e si è mostrato assolutamente contrariato davanti alle accuse di omofobia. Ha attribuito il riferimento all’omosessualità alla corrente letterario – filosofica esistenzialista, in quanto incipit del ritenere che ognuno si costruisca da sé la propria inclinazione sia in ambito privato che nel pubblico. La decadenza sociale non è, secondo l’ex assessore, riferita alle coppie gay, anzi ha dichiarato di aver commesso un errore di forma nell’omettere un avverbio di negazione che avrebbe fatto cambiare senso alla frase.
Nonostante Duca riconosca al professore Caroniti di essere stato sensibile, in passato, nell’appoggiare la difesa dei diritti di cittadinanza dei rom, non ha mostrato, invece, lo stesso entusiasmo per quelli degli omosessuali, tanto da associarli nel 2007 al diabete mellito: ci sarà stata forse un’altra interpretazione sbagliata?
Ma concluso il dibattito, cerchiamo di tirare le somme.
Certamente la decadenza sociale è causata da una forte decadenza morale, da una perdita di quelle virtù che ben aveva illustrato il grande filosofo Aristotele nella sua Etica Nicomachea, uno scritto con lo scopo di rispondere ad una delle più grandi domande del pensiero, ovvero: cos’è la felicità? Lo stagirita sostiene in questo scritto due livelli di lettura: una teoretica, nella stregua difesa della concezione di uomo come animal rationale, e un’altra politica, nell’individuare il modello di uomo virtuoso. Lo spoudaios, citato dal prof. Caroniti, consiste in quell’uomo integerrimo, capace di aver scelto il giusto equilibrio tra attività dianoetiche ed etiche, contemplative e pratiche. Il discorso aristotelico mira non solo a definire il concetto di libertà (da non confondere con libero arbitrio, ma da porre più sul piano giuridico secondo cui un uomo sarebbe libero perché non schiavo) ma anche ad inneggiare alla strategia del grande Pericle (Libro VI, 1140b 7). Un discorso che a dirla tutta non c’entra poi tantissimo con quello di Caroniti, che se era partito bene, ha concluso poi male il suo status con il colpo di grazia all’omosessualità. Non solo Aristotele credeva ad un uomo virtuoso ed equilibrato, ma anche ad una società virtuosa ed equilibrata, regnata da quell’uguaglianza che i greci non riuscirono, però, a raggiungere in toto.
Durante la trasmissione a Radio Street, l’ex assessore ha dichiarato che certamente un omosessuale può coniugarsi al modello di uomo designato da Aristotele, a patto di non mettere però la propria sessualità al primo posto. Considerato che l’omosessualità non è intanto un problema, e che la questione non deve cadere sul piano strettamente erotico, ma ideologico, ovvero di difesa di diritti, si può ritenere che lo status di Caroniti sia di così difficile interpretazione? Non si può semplicemente pensare che un comune omosessuale ama, soffra, viva, creda, pensi, si arrabbi, paghi le tasse così come un comune eterosessuale? Non si può pensare che oggi, se una donna non riesca a trovare un compagno per la vita (ma anche il contrario), sia dettato da una totale assenza di valori sani, di obiettivi comuni, di accettazione reciproca e non che tutti siano diventati improvvisamente omosessuali? La constatazione che si voglia far rimanere la questione ancora sul piano sessuale è ribadita dalla distinzione fatta da Caroniti tra amore e passione (pulsioni che il filosofo Hobbes riteneva “appetiti”, seguendo una visione materialistica). Non è possibile ritenere che ancora bisogna fare i conti con luoghi comuni e con la visione di un mondo monocolore. La diversità era ammessa già dall’antichità, e anche allora largamente discussa. (CLARISSA COMUNALE)