ACCORINTI: VERTENZE, LAVORO E PARTECIPATE, I PRIMI PASSI DEL PROGRAMMA CONDIVISO

 

 “Mia madre non lo deve sapere, non lo deve sapere, non lo deve sapere” cantava Giuni Russo in “Alghero” e in effetti questo verso calza a pennello al candidato sindaco Renato Accorinti, il quale pare non abbia ancora svelato alla sua mamma la notizia che da due settimane tiene banco tra le colonne di politica messinese nell’informazione locale; ma a fronte di una nostra cittadina all’oscuro di questa candidatura, presentata a furor di popolo e con tanto di migliaia di firme raccolte a sostegno, tra i messinesi è ormai nota la presenza di Accorinti tra i candidati a sindaco.

 Come fosse un reality show, i nomi dei concorrenti vengono fuori gradualmente e c’è da scommettere che i partiti, tradizionali e non, attenderanno i risultati delle politiche per sciogliere tutti i nodi e dare il là alla campagna elettorale vera e propria per le amministrative.
Al contrario, il prof. di educazione fisica, che abbiamo imparato a conoscere negli anni grazie al suo attivismo e le battaglie combattute a suon di proteste pacifiche, è già a lavoro da tempo per la preparazione del programma cosiddetto elettorale: “si lo sto scrivendo da quarant’anni circa”, dichiara ironicamente, sorridendo agli amici che accorrono ai suoi incontri. Ma l’elaborazione del programma è un lavoro corale, figlio di una partecipazione concreta ad una serie di appuntamenti che Accorinti aveva preannunciato in conferenza stampa quel sabato mattina di gennaio, tra una citazione di San Francesco e una di Guccini, tra il suono di una campana tibetana e un invito alla realizzazione di un progetto di comunità. Ma questa è storia.
Da allora sono passate due settimane e giovedì scorso si è tenuto, presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, il primo degli incontri previsti per discutere il programma che “nasce dal coinvolgimento di tutti i cittadini in tavoli tecnici tematici”. “Ogni tavolo, -continua la descrizione on line del sito www.renatosindaco.it- è moderato da persone di assoluta esperienza nel settore, ed è aperto a tutti.” Difatti il 24 gennaio le danze sono state inaugurate dall’ingegnere capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca, il quale -con l’ausilio di slides, immagini d’archivio e documenti- ha sollevato il problema relativo alla messa in sicurezza del territorio ed al dissesto idrogeologico, proponendo il recupero delle aree demaniali, evidenziando il cancro dell’abusivismo edilizio e della cementificazione esasperata in contrasto con i dictat del piano regolatore “Borzì”. Oltre un’ora di approfondimenti resi comprensibili anche ai non addetti ai lavori, perchè la logica della cooperazione “accorintiana” è proprio questa, ossia che ogni cittadino dovrà essere parte attiva di questa eventuale amministrazione di cui il candidato sarebbe “servitore” più che esserne a capo; perchè la persona più importante non è il sindaco ma il cittadino”, come ha più volte ribadito l’insegnante.
Dopo un primo piano presentato dal tecnico competente, l’incontro prevede un dibattito che sia di denuncia ma che contenga proposte risolutive e non solo segnalazioni di problemi senza uscita. Così è stato lo scorso giovedì e così è stato anche ieri nel secondo incontro, in cui all’ordine del giorno c’era il tema lavoro, caposaldo garantito sulla carta -costituzionale- ma sempre più massacrato nel concreto. Vertenze e partecipate sono stati gli snodi cruciali sui quali ci si è confrontati.

Il primo a prendere la parola è stato il Prof. Guido Signorino, docente presso il dipartimento di scienze economiche dell’Università di Messina, la cui segnalazione circa gli sconcertanti dati nazionali, che vedono la condizione del lavoro dipendente in calo dell’1%, diventa ancor più preoccupante se relazionata a Messina, dove il dato supera il doppio attestandosi al 2,3%. Tra le vertenze sulle quali si focalizza l’attenzione,  i casi “Triscele”, “Limoni Sicilia” , “La Feluca” e le cooperative di tipo B (quelle che, per intenderci, mirano al reinserimento produttivo di chi proviene da realtà cosiddette “difficili”), senza dimenticare il campanello d’allarme che suona al solo citare il servizio Metromare, per cui la mancata erogazione del rifinanziamento entro giugno rischierebbe di lasciare a casa quasi tremila lavoratori. Si è parlato di realtà private, dunque, ma anche di partecipate. Come venirne a capo? Il Prof. Signorino ha suggerito la creazione di un fondo incentivante. La mission sarebbe quella di individuare edifici dismessi per creare un capitale concreto, alloggi in primis da attribuire a chi ne ha necessità. E, per alleggerire i costi della manutenzione, sono stati chiamati in causa i fondi strutturali elargiti dall’Unione Europea che, precisa Signorino, “sono stati fino ad oggi negati dal Ministero perché i progetti presentati non sono stati ritenuti impattanti sul sociale, non puntando ad intervenire direttamente su questo fronte”.
Anche i rappresentanti di diverse sigle sindacali hanno preso la parola senza fare sconti. Da Filippo Sutera dei Cub, che ha invocato la necessità di un serio impegno corale affinché le cose cambino sul serio, a Mariano Massaro, segretario regionale dell’Orsa, il quale ha criticato aspramente l’atteggiamento di quella classe di imprenditori che nel corso degli anni ha trovato un “porto franco”-così ha detto- in Messina e, ciò nonostante, non ha ritenuto di portare “rispetto alla città ed ai suoi cittadini”. Mascaro menziona in primis il caso dell’ex Smeb, oggi “Cantieri Palumbo”, che ieri garantiva lavoro a 1580 unità registrando un indotto, mentre oggi invece conta soltanto 40 dipendenti, per di più spesso in cassa integrazione; racconta poi all’uditorio storie di aziende private, come “IL DETECTIVE”, storica agenzia di investigazioni private locale, ora di proprietà di una società non messinese, sottolineando come ben 37 lavoratori aspettino ancora di essere ricollocati. “Chi viene qui deve dare un ritorno alla città che li ospita”.
Non si dà scampo neppure a “Limoni Sicilia”, ai cantieri Rodriguez, alla Triscele. E infine si tocca il dolente tasto di ATM e ATO, ribadendo quanto sostenuto da molti, ossia che nel management di queste partecipate non possano esserci persone con competenze diverse rispetto a quelle necessarie per l’amministrazione delle attività a cui sono preposte. “All’ATM non ci vuole un questore ma un tecnico dei trasporti!”, tuona riscuotendo il consenso dei presenti.
A chiudere la prima trance di interventi, Peppe Previti della Cgil ha commentato sgomento il faccia a faccia tra Accorinti e l’assessore Sgroi, andato in onda qualche sera fa. “Ci vogliono persone con esperienza nelle amministrazioni per fare il sindaco? Bè guardate cosa ha determinato la competenza di chi c’è stato fino ad ora!” e da qui ha iniziato a snocciolare numeri inquietanti emersi da un’indagine della Cgil, relativi alla spesa quotidiana dei comuni italiani per garantire i servizi sociali. Messina è agli ultimissimi posti, battuta ad esempio da realtà come Taranto, che però risente della recente dichiarazione di default che in qualche modo giustifica una spesa che non arriva ai 90,00 euro a persona. A Messina l’investimento è di 92,00 euro (a fronte dei 101,00 di Palermo, per non parlare di cifre che sembrano enormità in città come Modena e Trieste, che superano i 400,00 euro) ed a questo va aggiunto il progetto, discusso in questi giorni dalla giunta, di effettuare un ulteriore taglio del 20% al settore dei servizi sociali, che tradotto vorrebbe dire un ulteriore interruzione o riduzione dei servizi erogati e quindi anche un ulteriore stangata al mondo dei lavoratori dipendenti operanti in questo settore.
Insomma, una situazione pressoché nefasta quella che viene presentata ma tutti i relatori avanzano progetti e proposte attuabili e, date le diverse esperienze e competenze, si mettono a disposizione per realizzare dei tavoli di incontro e dibattito sulle questioni annose riguardanti la città.
L’appuntamento, che ha visto protagonisti il lavoro e i tanti lavoratori, chiamati ad intervenire per portare la loro testimonianza (dai dipendenti di Casa Serena a quelli Triscele), si è concluso con un discorso di Accorinti dal solito sapore combattivo e motivante, tenace, pieno di belle speranze ma anche di un credo forte e concreto verso i suoi concittadini prima di tutto. Il candidato ha ricordato il bisogno di stare uniti, portare avanti le proprie idee e realizzare una seria progettualità per salvare questa città dal baratro. Come sosteneva anche Pound “L’unica cultura che riconosco è quella delle idee che diventano azioni!”, pertanto l’appuntamento per il confronto è per giovedì prossimo a Palazzo Zanca, per discutere insieme di ambiente e sostenibilità! 
(“Se desideri portare avanti la forza delle tue idee segui il calendario degli appuntamenti e partecipa, sei il benvenuto.” Per info visita il sito www.renatoaccorintisindaco.it) (ELEONORA URZI’)

 

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