LA “SCOMPARSA” DEI FONDI METROMARE : RESET!, “NECESSARIO GARANTIRE LA CONTINUITA’ TERRITORIALE”

 

Il movimento reset! interviene sul tema della “continuità territoriale” e sulla sparizione dei fondi destinati alla “metromare”, il servizio di attraversamento marittimo dello Stretto svolto dal consorzio Metromare che potrebbe fermarsi il prossimo 27 giugno, mettendo a rischio l’unico collegamento pendolare veloce di cui fruiscono oltre 5 milioni di passeggeri l’anno e l’occupazione di 40 lavoratori marittimi delle società Bluferries ed Ustica Lines.

 

“Poco prima della fine del 2012 – si legge in un comunicato –  abbiamo tramutato un’idea, quella sulla società pubblica di traghettamento, in una proposta corredata di fattibilità tecnica ed economica.

Obiettivo di quella iniziativa era quello di marcare la differenza, appunto, tra un’idea ed una proposta effettivamente fattibile e, cosa non meno rilevante e necessaria, riaccendere i riflettori sul tema della continuità territoriale sancito dall’art. 3 della nostra costituzione.

Il fallimento della politica partitica viene evidenziato anche in questa occasione dall’imbarazzante incapacità di una classe dirigente, solo sulla carta evidentemente, che non riesce mai a far valere i diritti dei messinesi neanche quando gli stessi sarebbero tutelati da regole, leggi e buonsenso.

La vicenda della nuova “scomparsa” dei fondi sulla “metromare” danno la misura di quanto appena affermato.

Il tema non è, a nostro avviso, quello di garantire servizi a singhiozzo, costosi e mai coordinati con gli altri vettori (treno, tram, bus), ma di definire una vera e nuova politica dei trasporti di cose e persone.

La politica  – continua il movimento guidato da Alessandro Tinaglia – dovrebbe occuparsi di questo, creando le condizioni per lo sviluppo di un territorio, cosa che oggettivamente, ma è solo una constatazione, i nostri Amministratori fino ad oggi non sono neanche riusciti ad immaginare.

Non è un caso se tale tematica, nel progetto della “Città possibile” di reset! è centrale.

In pochi, nel mondo, ancora non hanno chiaro come lo sviluppo di un territorio passi innanzitutto dalla qualità dei servizi collegati alla mobilità.

La cosa diviene inaccettabile quando, come nel nostro caso, un territorio dovrebbe essere messo in condizione di avere identici servizi ed infrastrutture (perequazione infrastrutturale) di altre parti del Paese e tale diritto, come dicevamo, è sancito dalla costituzione italiana”.

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