L’inizio di Lincoln è folgorante ed è molto simile a quello del film Salvate il soldato Ryan, una delle più belle scene della storia del cinema, firmata sempre Spielberg: Lincoln inizia con una scena di battaglia: l’esercito del nord abolizionista e del sud schiavista si scontrano in un acquitrino uccidendosi in maniera cruentissima. Ed è questa scena che ci dà la chiave del film: la battaglia di un uomo che usa ogni mezzo per raggiungere il suo scopo: abolire la schiavitù. E sull’altare di questo nobile ideale di uguaglianza Lincoln è pronto a sacrificare tutto: la vita di centinaia di migliaia di suoi concittadini, la sua famiglia, la sua onestà, persino la sua vita.
Non è un biopic, Spielberg ci racconta solo gli ultimi 4 mesi della vita del presidente americano, mesi cruciali che cambiarono la storia; in particolare il film ci racconta di come fu approvato il XIII emendamento dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti con due voti di scarto, emendamento che ratificò l’abolizione dello schiavismo nel Paese, e che pose di fatto fine alla guerra di secessione.
Il regista confeziona un film pressochè perfetto: potente, stratificato, bellissimo: ci si potrebbe aspettare il solito film acchiappaoscar, celebrativo, “americano”, e via dicendo, invece Lincoln è Cinema nel senso più alto del termine.
Spielberg sceglie di usare uno stile classico e funzionale alla storia che stiamo guardando, e non ha bisogno di chissà quale virtuosismo per rendere efficace una scena, anzi, l’emozione (perchè sì, il film è anche emozionante) esplode improvvisa in alcuni momenti del film proprio grazie a questo tipo di scelta. Alcune inquadrature fisse all’interno delle quali si muovono i personaggi sono talmente belle da sembrare dei quadri. Bellissima la fotografia soprattutto quando si tratta di rendere lo stato d’animo di Lincoln (in penombra quando è tormentato dal dubbio, o in piena luce quando è risoluto). Tra le altre cose Lincoln è la prova che per fare Cinema è necessario mettere la propria maestria al servizio della storia e non viceversa. Il regista è aiutato da un cast favoloso: primo tra tutti Daniel Day Lewis (Favino che lo doppia purtroppo non rende giustizia alla grandiosità della sua interpretazione) che è un gigante ed interpreta benissimo il tormento di Lincoln, ma Lincoln tra le altre cose è anche un film corale, con un cast sontuoso: Sally Field, David Strathairn, Tommy Lee Jones, Joseph Gordon-Levitt, James Spader e molti altri.
Il film è molto parlato, ma le cose che dice sono talmente importanti e talmente belle da non farci sentire l’apparente mancanza di ritmo e le quasi 3 ore di lunghezza.
Si parla di uguaglianza (in generale, lo schiavismo è un pretesto, non bisogna mica essere smaccati per far arrivare un messaggio), ma anche di politica, e di cosa si può sacrificare per una buona causa. Argomenti e temi altissimi, talmente alti che proporrei una cura Ludovico per i nostri politici, che costringerei a vedere e rivedere questo film, chissà magari alla fine qualcosa imparano.(UMBERTO PARLAGRECO)
(voto 8/10)