CAPELVENERE DI ELENA ANNA ANDRONICO: “IO SONO LA PROTAGONISTA DELLE MIE EMOZIONI”

 

Una storia tutta al femminile tratteggiata con forza, capace quasi di trasportare il lettore all’interno delle scene di un film, sono gli ingredienti che compongono il romanzo Capelvenere di Elena Anna Andronico (edito da Caosfera), che è stato presentato dalla libreria Bonanzinga presso i locali del Circolo del Tennis e della Vela, introdotto e analizzato da Giuseppina Bombara. Alcuni passi del libro sono stati letti da Marco De Benedictis, che ha anche seguito l’autrice nella stesura del romanzo.

Il titolo certamente è collegato alla pianta dai particolari effetti benefici, ma vi è anche un riferimento al mito della dea Venere che l’ha piantata per rappresentare la forza della donna, tanto che le sue foglie sembrano delle falce, quasi a voler rappresentare l’equilibrio tra forza e debolezza che caratterizza l’animo femminile.

La storia ruota attorno alla figura di una donna americana, Dana, descrittaripercorrendo tappe importanti della sua vita a partire dall’infanzia, dall’adolescenza, fino all’età adulta, in un momento in cui deve fare i conti con se stessa e conciliare le sue giornate tra la frenesia della professione di avvocato, un amore sbagliato in balìa dell’egoismo, ed un amore saldo e forte verso la propria figlia, Selene. La protagonista non è soltanto portavoce di una storia drammatica, ma rappresenta anche l’amica di sempre, grazie alle sfumature ironiche che la rendono una tipica donna dell’età post-moderna.

La novità di questo romanzo, a dire il vero, è l’autrice: ha soli 19 anni, è una giovanissima studentessa di medicina, con il sogno di diventare un neurochirurgo, che si è ritrovata, a sua sorpresa, scrittrice di questo suo primo lavoro. Prima della passione per la scrittura, c’è una grande passione per la lettura, tanto che ha dichiarato: «Certamente posso annoverare tra i miei autori preferiti la Rowling, ma non esiste un elenco fisso, poiché sono così tanti i libri che leggo, che non guardo più neanche chi sono gli autori».

Questo libro nasce proprio come la scrittura lo è stata da sempre per l’autrice, puro sfogo: «Ho cominciato a scrivere da piccolissima. Prima con i diari, poi con un blog sotto lo pseudonimo di “Leni”, nome secondo cui la leggenda narra si facesse chiamare Elena da Menelao, poi arrivò questa storia scritta nel periodo estivo tra la fine degli esami e la partecipazione al test per entrare nella facoltà di Medicina e avevo bisogno di liberarmi da fantasmi ed ansie che mi stavano mettendo sotto stress. La mia scrittura nasce infatti nelle ore più scomode: a notte fonda o alle prime luci del mattino. Non ho avuto la presunzione, durante la stesura, di rinchiudermi in un personaggio preciso. Sono state le mie emozioni a farsi protagonista che mi hanno guidato lungo tutto questo lavoro».

All’interno del romanzo, infatti, si ritraccia l’intero tessuto culturale dell’autrice: a partire dai nomi utilizzati che echeggiano una mitologia classica tutta al femminile. E alla domanda se Capelvenere sia un romanzo femminista, Elena Anna Andronico ha risposto: «No. È solo un romanzo che parla di donne forti, esattamente quelle che ho incontrato lungo il corso della mia vita.»

Secondo Giuseppina Bombara, il merito dell’Andronico risiede nell’aver dipinto una donna forte a caratteri nitidi, a volte fin troppo esasperati, capace di descrivere bene anche epoche passate che la stessa autrice non ha mai vissuto. I personaggi sono descritti tanto bene che il lettore riesce facilmente a riconoscere tutto il campionario. «è un libro – ha aggiunto Bombara – dalla storia interessante, da leggere tutto d’un fiato. Sicuramente sono molti i riferimenti autobiografici: i caratteri dei personaggi sono ispirati alla cerchia della famiglia anagrafica e dai conoscenti più vicini attorni all’Andronico, ma l’autrice ha il merito di aver usato tanto fantasia mista ad una scrittura fatta di dialoghi serrati e di immagini estemporanee che sembrano la sceneggiatura di un film. È davvero una storia da grande palcoscenico».

Certamente il cassetto di Elena Anna Andronico è colmo di sogni e speranze, perfettamente congrui alla sua età; ma all’interno di questo cassetto ci sono già due storie in corso d’opera, una dallo stesso timbro di Capelvenere, e un’altra dai toni più sarcastici, con l’intento che questo romanzo non sia l’ultimo, ma il primo di una lunga serie. (CLARISSA COMUNALE)

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