Succede che la palla ricordi ancora una volta di essere rotonda e quindi via agli errata corrige in tutte le redazioni dell’Italia sportiva, che prematuramente avevano dato per chiusi i giochi scudetto. La serie A è viva e vegeta: a certificare il tutto han provveduto Doria e Parma, capaci di far lasciare per strada 5 punti alla Juventus nelle ultime due giornate ad esclusivo beneficio delle inseguitrici, capeggiate dalla Lazio, per la quale otto lunghezze di svantaggio sembravano una montagna insormontabile a cavallo di Capodanno, così come sembrano adesso un’inezia le tre che ancora la separano dagli uomini di Conte, rei di aver inopinatamente dilapidato una grossa fetta di bonus. This is football, e occhio anche alle scalpitanti Napoli e Inter.
Riavvolgendo il nastro di questa prima giornata del girone di ritorno a tinte fortemente casalinghe, considerate le otto vittorie tra le mura amiche e l’assenza di vittorie esterne, non possiamo non partire dal Tardini di Parma, dove gli uomini di Donadoni (in odor di rossonero, stando ai rumors di mercato) hanno costretto al pareggio la capolista al termine di una gara non certo da consegnare agli annali. Dopo la quinta punizione vincente stagionale di Andrea Pirlo, è toccato all’ammazzagrandi Nicola Sansone, ottimamente imbeccato da Paletta, riequilibrare le sorti dell’incontro con un diagonale che non ha lasciato scampo a Buffon. Piccola curiosità: anche oggi -dopo la doppietta di Icardi di domenica scorsa- in occasione del gol la Juve è stata infilata sull’asse mancino, orfano attualmente di Chiellini ed Asamoah. Da quella parte, qualitativamente, la coperta continua a sembrare corta nonostante l’acquisto di Peluso, ieri tenuto in naftalina.
Magistralmente orchestrata dall’antidivo Vladimir Petkovic, prosegue la sua corsa la Lazio che, tra le polemiche, ha battuto 2-0 l’Atalanta allo stadio Olimpico. Sotto la lente d’ingrandimento delle moviole il gol che ha sbloccato la partita, realizzato da Sergio Floccari a metà ripresa: sin troppo evidente il tocco di mano dell’ex messinese per biasimare gli strali del DG orobico Pierpaolo Marino nei confronti dell’arbitro Peruzzo.
Sorrisi anche all’ombra del Vesuvio, dove il Napoli ha liquidato il Palermo con un perentorio 3-0. Nel giorno in cui il Matador è rimasto all’asciutto, Maggio di testa e Inler, con la consueta staffilata da fuori, hanno sbrogliato la matassa intorno alla mezzora del primo tempo, prima del sigillo apposto nel finale dal guaglione Lorenzo Insigne.
Tre punti anche per l’Inter che, nonostante le numerose assenze, sabato sera ha avuto la meglio sul Pescara col più classico dei risultati, grazie alle reti di Palacio e Guarin; mentre nel posticipo domenicale di Marassi, contro una Sampdoria sempre più rinvigorita dalla cura Delio Rossi, il Milan non è andato oltre lo 0-0 perdendo l’occasione di scavalcare la Roma, scucchiaiata nel pomeriggio al Cibali dal Papu Gomez dopo aver sprecato a più non posso nel primo tempo. Mancavano Osvaldo e Totti, Destro era chiamato a non farli rimpiangere: esperimento fallito, l’enfant prodige pagato a peso d’oro qualche mese or sono sta diventando un problema.
Tra i match più attesi c’era quello del Friuli di Udine dove i padroni di casa, in chiusura del doppio turno casalingo dopo il trionfo sull’Inter di sette giorni fa, quasi per par condicio hanno rifilato tre pappine anche alla Fiorentina di Montella. Identiche anche le griffe: un doppio Di Natale e Fernando Muriel hanno ribaltato l’iniziale svantaggio causato da un’autorete di Brkic dopo lo stacco di Rodriguez.
Nelle restanti sfide del ventesimo turno di campionato, vanno sottolineati gli importanti successi in chiave salvezza di Cagliari (2-1 al Genoa in rimonta), Torino, impostosi per 3-2 sul fanalino di coda Siena nel lunch-match, e Bologna, con i felsinei bravissimi a servire il poker al Chievo sulle note del violino di Alberto Gilardino.(JODY COLLETTI)