“Sono passati quindici anni dall’assassinio di Matteo Bottari… ed il delitto non ha un mandante, un movente, né esecutori materiali. Impossibile dimenticare i giorni ed i mesi successivi, Messina smarrita e confusa balzata tristemente agli onori della cronaca nazionale per un omicidio dalle modalità mafiose, che portò la Commissione Nazionale Antimafia in riva allo Stretto di Messina; l’Università definita un “verminaio”, termine che finisce per identificare tutta la città e che portò l’Ateneo a nuove elezioni dopo le dimissioni dell’allora Rettore.” Queste le parole di un volantino distribuito in occasione del quindicesimo anniversario dell’assassinio del Prof. Matteo Bottari e firmato dagli “studenti di ieri e di oggi” che, riunitin in diverse assoziazioni, hanno organizzato una fiaccolata commemorativa in ricordo del tragico evento.
L’iniziativa è proposta dal Circolo “Quo Usque Tandem..”, Circolo “Catilina-Morgana”, Network ZDA, Associazione Univ. “Atreju- La Compagnia degli Studenti”, Ass. culturale “Il Lanternino”, “Risorgimento Messinese”, Ass. “Ex Novo”, Ass. “Fare Verde Messina”, Ass. “La Sicilia ai Siciliani”.Quo Usque Tandem, Catilina-Morgana, ATREJU, Il Lanternino, La Sicilia ai Siciliani, Fare Verde, ZDA, Risorgimento messinese.
La Fiaccolata, di cui è stata informata anche la famiglia del professore, ripercorrerà il tragitto compiuto dal Professore Bottari la sera del suo assassinio, partendo dalla clinica “Cappellani” (V.le R. Elena), dove è previsto il concentramento alle ore 20:30, e giungendo sino all’incrocio fra il V.le Annunziata e la Panoramica.
“L’iniziativa – ricordano gliorganizzatori – è rivolta a tutta la cittadinanza ed in particolare al mondo universitario e vuole ricordare, a quindici anni di distanza, un omicidio dalle modalità mafiose che ancora oggi non ha trovato giustizia e da cui prese avvio il così detto “Caso Messina””.
“Quei mesi – si legge ancora nel volantino – per gli studenti universitari furono caratterizzati da un senso di sbigottimento, aggrappati alla speranza che si potesse fare chiarezza, spazzando le nebbie che avvolgevano la città. Era il tempo in cui sentiva la necessità di non sottostare alla cappa dell’omertà.
Oggi, a distanza di quindici anni, ci chiediamo se davvero sia tutto finito, se veramente le cose siano cambiate, ma una risposta a tali quesiti è impossibile se questo crimine non troverà giustizia!
E’ necessario andare fino in fondo alla questione che per troppo tempo non ha trovato un perché, per non ricadere in una finta calma, nata dall’oblio.
Dobbiamo ancora fare i conti con il nostro passato”.
Di quei mesi noi portiamo ancora la rabbia ma anche il sogno che le cose possano cambiare…