Sabato 12 gennaio, alle 16:30, presso il locale Baciamo le mani, gli attivisti messinesi del MoVimento 5 Stelle sono lieti di invitarvi alla presentazione del libro “A Palermo per morire – I cento giorni che condannarono il generale dalla Chiesa” di Luciano Mirone.
Interverranno:
– Luciano Armeli Iapichino (scrittore di Le vene violate, libro su Attilio Manca)
– Gianluca Manca (fratello di Attilio)
– Luciano Mirone (gionalista ed autore del libro)
Quarta di copertina del libro:
Un libro che fa luce su uno dei più clamorosi e misteriosi delitti della storia d’Italia: l’assassinio a Palermo del generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, nominato dal governo prefetto del capoluogo siciliano per combattere la mafia. Vengono raccontati i suoi ultimi cento giorni in Sicilia, il contesto politico in cui maturò il delitto e le troppe ombre che ruotano intorno alla strage di via Isidoro Carini del 3 settembre 1982. Il processo sull’assassinio del generale infatti ha condannato soltanto il primo livello di Cosa nostra, l’ala militare, quella che ha commesso materialmente il crimine, senza addentrarsi su eventuali che stanno dietro ai delitti eccellenti di quegli anni.
Attraverso gli atti processuali e testimonianze inedite si delineano i probabili moventi sull’uccisione di Carlo Alberto dalla Chiesa che venne spedito a Palermo per contrastare la mafia senza avere i poteri necessari.
Nel libro il giornalista Luciano Mirone mette insieme pezzi di un complesso mosaico che dal cuore della Sicilia porta nelle segrete stanze del potere italiano. Un unico che si dipana dagli anni Settanta alla stagione delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, e che vede coinvolte costantemente le stesse entità: mafia, politica, alta finanza, servizi segreti deviati e massoneria. Nella ricostruzione molti elementi apparentemente distanti trovano una logica, che ha come punto di convergenza proprio la morte di Carlo Alberto dalla Chiesa. Dai rapporti intercorsi tra Giulio Andreotti e i politici siciliani collusi con Cosa nostra alla scomparsa di Mino Pecorelli e alla figura di Licio Gelli.
Il testo si avvale delle interviste che l’autore ha realizzato con Nando dalla Chiesa, Francesco Accordino, Giuseppe Ayala, Gian Carlo Caselli, Alfredo Galasso, Riccardo Orioles, Umberto Santino e tante altre autorevoli personalità del mondo della politica, della magistratura, del giornalismo, le quali, oltre a ricordare la figura dell’ufficiale, tirano le fila sui motivi che portarono alla sua eliminazione.