Tante le voci che si levano per gridare l’ennesima condanna alla violenza mafiosa che si scatena, purtroppo, a Barcellona; e molti coloro che oramai ritengono necessario mettere da parte l’incauto ottimismo avvisando la popolazione dell’eventualità di una recrudescenza criminale, con un possibile ma temutissimo ritorno al clima di venti anni fa, con quei sei mesi di fuoco tra il 1992 ed il 1993, oltre a tutti i precedenti e successivi omicidi molti dei quali ancora insoluti. Ecco allora le dichiarazioni a caldo del sindaco:
“Gli ultimi tragici episodi verificatisi a Barcellona Pozzo di Gotto, rischiano di far presagire una nuova escalation di omicidi. La circostanza che la mafia sia disposta a portare a segno delitti plateali, in pieno giorno, contravvenendo alle regole opportunisticamente scelte della invisibilità e della sommersione, fa pensare all’assestamento di nuovi equilibri. I Barcellonesi, però, non possono più sentirsi sotto assedio, specie nel momento in cui i vertici del Gotha mafioso sono in carcere.
Occorre pertanto un segnale forte e tangibile della presenza dello Stato – ha ribadito Maria Teresa Collica – La legalità deve essere a Barcellona Pozzo di Gotto un punto di non ritorno, per questo lancio un appello agli organi di governo nazionale e regionale di immediata attenzione per questa città.
La richiesta, già emersa nel comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico tenutosi di recente proprio a Barcellona Pozzo di Gotto, di adeguare uomini e mezzi delle forze dell’ordine alla grave situazione locale diventa a questo punto ancora più stringente e indifferibile. La sete di giustizia e di legalità di questa città non può e non deve rimanere inascoltata.
Ho grande fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine che hanno già dimostrato in tante circostanze di avere competenza e professionalità. E’ necessario conoscere in fretta la dinamica di questi omicidi, il movente e gli esecutori per restituire serenità ad un intero territorio che altrimenti rischia di ripiombare nell’insicurezza e nella paura”.
Ancora più decisi i vertici del Movimento Città Aperta:
“Il secondo omicidio nel giro di un mese nella città di Barcellona rende evidente come la criminalità stia tentando di rialzare la testa dopo essere stata colpita con forza dalle importanti operazioni antimafia degli ultimi mesi.
Il Movimento Città Aperta ritiene quindi essenziale un rafforzamento degli organici delle forze dell’ordine, già gravemente sottodimensionati. Chiede quindi un immediato intervento delle Istituzioni a tutti i livelli per raggiungere questo risultato.
Solo così si potrà bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di riappropriarsi del territorio da parte della rampante criminalità barcellonese e si potrà continuare a dare una solida speranza ai tanti cittadini onesti di Barcellona.
Ed è anche a questi cittadini che il Movimento vuole rivolgersi, con un invito a reagire e a non lasciarsi intimidire: questi atti eclatanti e brutali non devono infatti vanificare l’opera quotidiana di coloro che con fatica e passione operano per costruire una Barcellona migliore e libera. E Il primo passo è offrire la massima collaborazione alle forze dell’ordine nell’individuazione dei responsabili dell’omicidio.”
Infine, ultimo intervento di oggi in attesa di altri che potrebbero giungere a breve, le parole del senatore Domenico Nania:
“L’efferato omicidio del primo gennaio conferma la necessità di aumentare il livello di guardia nei confronti dei fenomeni mafiosi nella città di Barcellona Pozzo di Gotto. Le istituzioni, la società civile e i cittadini facciano da argine al dilagare di questi episodi. Il secondo omicidio in trenta giorni deve fare riflettere tutti sulla possibilità di una nuova guerra di mafia e sulla necessità di reazione da parte di tutte le componenti sane della società. Confidiamo nell’azione della magistratura e delle forze dell’ordine per far luce su questi fatti e prevenirne di nuovi”.
Come si può ben leggere tra le righe vi è una viva preoccupazione tra le istituzioni e non solo, con la sensazione, inoltre, che si voglia dare anche un segnale generale alla popolazione barcellonese collaboratrice, in questi ultimi anni, delle forze dell’ordine che anche grazie alla demolizione del muro di omertà eretto in tanti anni di silenzi hanno potuto iniziare e concludere con altrettanti rischi le indagini che hanno portato agli arresti e sequestri degli ultimi mesi.
Il 2012 è stato infatti costellato di successi antimafia, processi con relative condanne, e confische milionarie. Che sia la pronta risposta di una criminalità in stato di riassetto desiderosa di intimidire nuovamente una cittadinanza onesta cui adesso tutti lanciano l’appello di lotta alla violenza? O semplicemente le cosche non hanno paura di mostrare il proprio lato peggiore, incuranti dell’incolumità dei cittadini? In ogni caso i festeggiamenti per il nuovo anno e la tranquillità di tanti è stata guastata ed adesso si guarda al 2013 con meno ottimismo e crescente rabbia. (CARMEN MERLINO)