L’ultima di andata della DNC di basket consegna al Cus Messina una delle più belle imprese della sua nuova storia: il pass per la Coppa Italia, che rappresenta una prestigiosa vetrina per il CUS e per i partner commerciali che l’hanno aiutato nel progettare la stagione.
Servono i miracoli per proseguire il cammino dei cussini in questo campionato simile a un percorso di guerra? Ecco servito il secondo: la partita con Acireale permette ai messinesi di restare imbattuti da soli in testa al termine del girone d’andata grazie alla decima vittoria di fila. Numeri che, sommati a quelli già maturati da quando è arrivato al Palanebiolo coach Sidoti, certificano che la striscia vincente nelle gare ufficiali del Cus Messina è di ben 41 vinte e 1 persa (gara due nella finale di C regionale contro Canicattì). Non c’è nulla da stupirsi se si tiene bene a mente che la filosofia che da sempre predica Sidoti in palestra è: “imparare a sudare”.
D’accordo in molti atleti di talento c’è l’ispirazione, la giocata creativa, ma tutto il resto è sudore. Che si voglia cambiare il mondo o semplicemente l’anima di una squadra di basket, i risultati non sono mai casuali: sono il processo di una grande applicazione quotidiana, nel caso specifico di sedute in palestra. Purtroppo a molti allenatori manca questa qualità: hanno interiorizzato così profondamente la precarietà da aver perso la voglia di immaginarsi un progetto vincente. Ecco perché, per esempio, arrivato al Cus Messina coach Sidoti ha voluto fortemente trasmettere le corrette abitudini per preparare l’approccio mentale alle gare: senza disciplina non si può costruire una squadra di veri atleti. Filosofia vincente messa in atto anche contro Acireale: il Cus Messina è stato capace di resistere alle loro spallate e di portare a termine con successo la sfida nonostante l’assenza del play titolare Daro Gullo e le non perfette condizioni di Ivan Riva, peraltro gravato troppo presto di falli insieme al capitano Carlo Contaldo dalla coppia arbitrale. Ma essendo il Cus una formazione che fa della forza del gruppo l’arma letale, non si può rimanere sorpresi se nelle difficoltà vengono a galla le giocate di “Jack” Sereni o i canestri di Walter Grillo, due nomi non a caso.
L’abilità di un tecnico come Sidoti è anche quella di cambiare abito senza fretta, perché una delle chiavi per far bene le cose è nel non dare nell’occhio anche quando tutti ti danno per spacciato. Penalizzato dai fischi che lo hanno obbligato a tenere per lungo tempo in panca capitan Contaldo e Riva, ha trovato la soluzione nel giovane universitario Grillo che non ha fatto rimpiangere gli assenti tenendo il campo, quasi fosse un veterano: meglio pazientare e catturare l’inerzia della partita, oltre allo scenario psicologico della sfida. Prova ne è che Acireale nei momenti topici del finale quando si trovava a meno 6 dal Cus Messina si è persa nella frenesia e nelle scelte dettate dal panico.
Insomma, il big match del Palanebiolo ha sentenziato che per il momento la squadra da battere è il Cus. Sì, quel gruppo sul quale coach Sidoti ha puntato un pezzo della sua storia. Quel gruppo che ancora una volta lo ha ripagato con una prestazione di carattere, figlia delle tante ore di lavoro passate in palestra a sudare.