La Dda di Messina ha ottenuto dal Tribunale di Messina l’ordinanza di sequestro dei beni di Filippo Barresi, 57enne Barcellonese latitante dal 2011 e condannato nell’ambito dei processo Gotha. I beni sequestrati ammontano, secondo una stima, a circa 2 milioni di euro e consistono in terreni, quote societarie e l’attività commerciale condotta insieme alla moglie, come si può leggere nella lista di seguito:
– vivaio in società con la moglie, Nunziata Lo Monaco, a Barcellona;
– il 25 % del capitale sociale di Maria Barresi della Saloon Sas di Vera Cucé & Co.;
– otto terreni agricoli tra Barcellona e Castroreale;
– due fabbricati (intestati sempre a Nunziata Lo Monaco);
– due ciclomotori;
– un autocarro;
– tre automobili;
– azioni e conti correnti.
Veloce il commento dell’Amministrazione comunale, trasmessa dal portavoce del Sindaco Maria Teresa Collica: “Intaccare i patrimonio delle mafie – ha detto – è un tassello fondamentale ed imprescindibile per debellare il fenomeno mafioso nei nostri territori. Gli arresti, l’opera capillare di investigazione e la confisca sono infatti tre aspetti cruciali che le forze dell’ordine e le istituzioni competenti devono mantenere parallelamente per ottenere, come sta accadendo ultimamente nel nostro comprensorio, risultati sempre più positivi e tangibili. Come Amministrazione comunale non possiamo che esprimere la consueta soddisfazione nel ricevere notizie come quella del sequestro ingente di beni effettuato ieri al latitante Barresi dalla DIA. Si coglie l’occasione per ribadire che l’intera cittadinanza – e questa Amministrazione si spenderà in ogni modo per supportare iniziative in tal senso – deve contemporaneamente a questi atti istituzionali continuare a lavorare per costruire una cultura della legalità che parta anche dai piccoli gesti quotidiani per riuscire ad imporre veramente una nuova mentalità e realizzare insieme una società libera e giusta.”
Le recenti operazioni, ed i processi loro correlati, hanno portato all’arresto ed alle condanne di molti boss del barcellonese, area rivelatasi spesso terreno di cova di forme criminali organizzate volte ad immobilizzare un’intera città ed il suo comprensorio. Adesso toccherà a tutti sorvegliare affinché nuove leve non prendano il posto delle precedenti. Questo il senso delle dichiarazioni delle istituzioni e delle forze dell’ordine, che ci tengono a far sapere che le indagini potranno avere successo soprattutto se si demolisce il muro di omertà. (CAR.ME.)