La Camera ha approvato il decreto legge sui costi della politica negli enti locali, il cosiddetto “salva comuni”. I voti a favore sono stati 268, 153 i contrari. Novantadue i deputati del Pdl che non hanno partecipato al voto, si tratta del 44,66% dei componenti del gruppo. Ad astenersi sono stati, invece, 85 pidiellini. Pd presente in massa con 14 assenti pari al 6,86% del gruppo.
La legge giovare a Messina, come ad altre città d’Italia, per salvarsi dal dissesto, ricevendo una cifra pari a 300 euro ad abitante, che equivarrebbe ad una somma di 72 milioni di euro, da restituire in 10 anni. Si affaccia quindi la speranza di evitare il dissesto, anche se adesso toccherà all’area economico-finanziaria di Palazzo Zanca rimodulare la precedente delibera di adesione al Fondo di rotazione, da sottoporre al Consiglio comunale ed inviare anche alla Corte dei Conti.
Intanto il commissario straordinario, Luigi Croce ha varato in anticipo rispetto alla scadenza del 27 dicembre, le prime misure correttive . In un documento, già inviato alla Corte dei Conti e tramesso in data 6 dicembre al presidente del Consiglio comunale Pippo Previti ed al Collegio dei revisori dei conti, il commissario Croce prima elenca le criticità passando alle soluzioni, e sottolineando come «alcuni correttivi diretti alla riduzione dei costi ed al recupero di somme ( a qualsiasi titolo dovute al Comune) potranno, in ogni caso, essere utili indipendentemente dalla procedura avviata dalla Corte dei Conti».
Per far cassa le voci più importanti restano: Amam; Tarsu; contravvenzioni al Codice della strada; fitti non riscossi; oneri concessori, di urbanizzazione e per sanatorie.
Previsti poi dei tagli alle spese, a partire dalla riduzione dei componenti del Collegio di difesa del Comune, grazie al nuovo Regolamento, quantificati con un risparmio di 350 mila euro.