Tra i beni archeologici siciliani gestiti da Novamusa (vedi articolo precedente) c’era anche il Teatro Antico di Taormina, i cui incassi, così come per gli altri 24 siti gestiti dalla società, in virtù dell’art. 127 della Legge regionale n. 17 del 2004, dovevano essere versati per “il 30% ai Comuni nel cui territorio gli stessi ricadono”.
Ma il Comune di Taormina ha sempre faticato a farsi recapitate le somme dovute da Palermo, e ancora oggi vanta crediti per circa 1,5 milioni di euro finiti tra i 19 milioni intascati indebitamente da Novamusa tra il 2004 e il 2009.
Secondo le indagini della Guardia di Finanza, infatti, Mercadante avrebbe versato a Regione e Comuni, con pesanti ritardi nell’arco di questi anni, soltanto 14 milioni di euro, ma trattenendo gli altri 19 avrebbe determinato un ammanco nei bilanci comunali di circa 5 milioni di euro e in quello regionale di 14 milioni.
Secondo quanto accertato dal Quotidano di Sicilia, in relazione al Teatro Antico di Taormina – gestito adesso dalla “Civita” del gruppo Abete che ha vinto il nuovo bando regionale per il lotto Messina 3, dal valore di 998 mila euro – il Comune deve ancora ricevere 1.475.670 euro, interessi esclusi, per incassi compresi tra il 2009 e il 2011, dovendo nel frattempo far fronte alle spese attingendo alle poche risorse del bilancio comunale dove, solo per il primo semestre del 2011, aveva rendicontato circa 400 mila euro. Il credito maggiore riguarderebbe il 2010, in relazione del quale Novamusa deve a Palazzo dei Giurati circa 745 mila euro.
Un affare ghiotto : il Teatro Antico, infatti, è il monumento più visitato della Sicilia: nel 2011 ha registrato 433.804 ingressi paganti per un incasso di 3.335.043 euro.