Numeri alla mano, il Comitato Renzi di Messina commenta e spiega nel dettaglio il voto delle primarie, sottolineando come in realtà il dato inconfutabile è quello di una partecipazione importante: con 7050 voti, infatti, la nostra provincia è seconda in Sicilia subito dopo Palermo, dove i voti per il sindaco di Firenze sono stati 9055. Un successo visto anche lo svantaggio di una competizione che ha visto schierarsi con il segretario tutti i deputati nazionali, regionali, fino ai consiglieri provinciali e comunali. Senza considerare anche l’appoggio di Cgil.
“Statisticamente il dato di Messina è sopra Catania – ribadisce Giacomo D’Arrigo, coordinatore dei comitati renziani – Il distacco in numeri assoluti è tra 0 e 20 voti. In provincia il distacco è esiguo in una ventina di comuni. Tra l’altro ci sono Comuni importanti come Taormina e Capo d’Orlando dove Renzi ha persino doppiato Bersani. Quindi non possiamo che essere orgogliosi di un risultato ottenuto in una realtà che nel contesto siciliano vale qualcosa in più”.
Il riferimento, chiaramente, è all’apparato di partito che a Messina ha visto sommare i consensi provenienti dall’elettorato vicino non solo a Genovese, ma anche a Panarello e Laccoto. Un apparato compatto che, se si fosse confrontato il dato con le precedenti primarie del partito, avrebbe raggiunto il 95% dei consensi.
Ma al di la dei numeri, la battaglia interna al partito democratico ha una sfumatura del tutto peculiare sullo Stretto, dove si sta creando una spaccatura proprio tra i più giovani, con il segretario cittadino Grioli che, poco prima dell’annunciata conferenza stampa del Comitato per Renzi, ha discusso animatamente con Francesco Quero, polemizzando in anticipo su una eventuale denuncia di anomalie e tacciandolo di “irresponsabilità”.
In realtà nessuno dei coordinatori dei comitati per Renzi ha messo in discussione l’evidente risultato, conservando però una chiave ironica per commentare: “Facciamo i complimenti a Bersani, ma chiediamo e abbiamo chiesto che venga rispettato il regolamento in uso dal coordinamento nazionale. Ci sono poi seggi che vanno oltre le leggi della statistica: prendiamo i dati di Spartà, dove su un totale di 569 voti, Bersani ne ha ricevuti 523, Renzi 21 e Vendola 24”.
Spulciando numeri e dati, qualche stranezza passa all’occhio, come ad esempio l’improvvisa comparsa di seggi: “Ne avremmo voluti qualcuno in meno, perché alcuni erano di difficile accesso: tipo quello di Pace, o a Bordonaro in un appartamento che è uno studio privato, ora “associazione Cardile”, dove hanno votato 447 elettori, con 343 voti per Bersani, 62 per Renzi e 34 per Vendola”.
“Io darei un sottosegretariato a Spartà”- commenta Alessandro Russo.
Intanto si discute sul prossimo ballottaggio e sulla delicata questione delle procedure di accesso al voto, compresa la scelta di dove posizionare l’unico ufficio elettorale provinciale attualmente corrispondente alla segreteria politica di Francantonio Genovese.
“Siamo determinati a cambiare il risultato anche in considerazione che parte del nostro elettorato, nonostante le registrazioni, non si è recato alle urne – dichiara Filippo Gangemi, presidente del Comitato “Adesso!” – il ballottaggio sarà un’altra battaglia, e noi speriamo di raddoppiare i consensi”.