I dati definitivi delle primarie del centrosinistra verranno diffusi oggi ma non dovrebbero discostarsi di molto da quelli forniti in nottata. I riflettori sono ora puntati sul ballottaggio che si svolgera’ domenica prossima, 2 dicembre. Ottima partecipazione al voto con oltre 3 milioni e mezzo di partecipanti, pero’ niente record di affluenza, che resta alle primarie del 2005 con l’elezione di Romano Prodi a candidato premier per l’ Unione. E niente vittoria al primo turno per il segretario Pier Luigi Bersani, che si ferma intorno al 45%.
Risultato oltre le previsioni per Matteo Renziche sfiora il 37%. Al di la’ della spavalderia ostentata dal sindaco di Firenze nella campagna elettorale, la verita’ e’ che lui e il suo staff non pensavano di superare il 30% al primo turno. Mentre Bruno Tabacci (1,2%) e Laura Puppato (3%) ottengono piu’ o meno quello che si aspettavano (il primo sperava in qualcosa di piu’), lo sconfitto appare Nichi Vendola con il suo piu’ o meno 15% (percentuale simile a quella ottenuta da Fausto Bertinotti nelle primarie del 2005). Prima dell’avvento del fenomeno Renzi, era stato proprio il leader di Sel a chiedere con forza che il centrosinistra si riorganizzasse a partire dalle primarie e fino a un anno fa il governatore della Puglia era dato addirittura per possibile vincitore come e’ avvenuto per gli esponenti del suo partito nelle elezioni comunali di Milano, Genova e Cagliari.
Gli 8 punti percentualiche dividono Bersani da Renzi non sono incolmabili, secondo commentatori e sondaggisti. Gli elettori di Vendola potrebbero non essere motivati a tornare al voto per sostenere il segretario del Pd. E nell’elettorato del presidente della Puglia potrebbero esserci molti che guardano a Renzi come soggetto di rinnovamento del centrosinistra o che possono votarlo con l’obiettivo di destabilizzare il Pd. Renzi e’ inoltre accreditato di virtu’ espansive per quanto riguarda il consenso sia all’interno del tradizionale elettorato di centrosinistra, sia fuori dal bacino di riferimento piu’ vicino. Il suo buon risultato nelle primarie conferma in aggiunta che il sindaco di Firenze e’ riuscito a intercettare l’onda politica prevalente di questa fase politica: quella che chiede rinnovamento di contenuti e dei gruppi dirigenti. Una prima analisi della distribuzione geografica del voto indica che gli 8 punti di percentuale che dividono Bersani da Renzi potevano essere ancora meno se al sud i consensi per il sindaco di Firenze fossero stati omogenei a quelli ottenuti da Roma in su.
Il radicamento territorialeha premiato i diversi candidati: oltre il 50% per Bersani in Emilia Romagna, vittoria di Renzi a Firenze e in Toscana, ottimo risultato per Vendola in Puglia mentre Puppato vince nella sua cittadina di Montebelluna, che in passato ha governato come sindaco e buon risultato in Veneto. ”Sono stracontento, e’ stata una giornata magnifica. Le ho volute, e volute aperte, queste primarie. E ho avuto un risultato molto forte. Chi vince e’ candidato premier dei progressisti, poi si vedra’. Bene al sud? Posso dire che la sofferenza c’e’ in tutta Italia, ma nel sud c’e’ una sofferenza molto particolare. E io ho orecchio per la sofferenza. Credo che tutti e cinque ora dobbiamo fare una cosa insieme. Intanto berci una birra”, dichiara Bersani con soddisfazione.
Distensivo il commento di Renzi: ”Un saluto particolare agli amici competitor Vendola, Tabacci e Puppato: hanno combattuto una battaglia bella. Il centrosinistra che verra’ avra’ bisogno e desiderio di coinvolgerli. Un abbraccio particolare a chi ha vinto queste primarie, Pierluigi. A lui un grande applauso di stima, rispetto e per molti aspetti di affetto”. Il sindaco di Firenze continua: ”Si riparte da zero a zero. Molti hanno detto che i renziani avrebbero preso i voti della destra. Ma quali voti della destra. Abbiamo vinto in tutti i comuni in cui pensavano di vincere loro. Anche nei luoghi simbolo della Toscana, anche in parte dell’Emilia Romagna. Se perderemo, appoggeremo Bersani per dare un futuro migliore agli italiani”. Renzi non si da’ sconfitto nel ballottaggio: ”Se fossimo a Sanremo, ci darebbero il premio della critica ma noi vogliamo vincere il Festival”.
Anche se dovesse perdere il Festival, la percentuale ottenuta nelle primarie e quella che potrebbe ottenere nel ballottaggio collocano Renzi nel Pd su posizioni di forza che il gruppo dirigente del partito non dovrebbe sottovalutare almeno di fargli la guerra, come annunciato da Massimo D’Alema quando ha deciso di non ricandidarsi o da Rosy Bindi ieri sera in tv nel corso della partecipazione allo speciale del Tg3 (non sembra questa la linea scelta da Bersani). Vendola ha una spiegazione per il suo risultato deludente: ”Faccio i complimenti a Bersani e a Renzi. Essi ovviamente hanno goduto di un vantaggio, i grandi gruppi editoriali e le tv che hanno raccontato queste primarie quasi fossero un congresso del Pd, in alcuni casi faziosamente. Ho dovuto affrontare le grandi armate del Pd mobilitate in maniera abbastanza capillare. Sono andato a mani nude contro due giganti. Noi abbiamo introdotto dentro questa contesa temi che fanno bene al centrosinistra”.
Tabacci e Puppatosono soddisfatti di aver dato il proprio contributo al centrosinistra, il primo dimostrando che il centro puo’ far parte della coalizione senza fondare nuovi partiti e la seconda introducendo con forza i temi ecologici e del cambiamento degli stili di vita a favore del ruolo delle donne come possibili nuovi paradigmi politici di riferimento. gar/sam/ (ASCA)