A dire il vero, le ultime parole di Fabio D’Amore sull’ente fiera non sono state del tutto rosee. Con l’intenzione di non voler più intervenire sulla questione, dopo non aver accettato di continuare l’incarico e aver rimandato tutto nelle mani del neo presidente Crocetta, da “comune cittadino” ha voluto esprimere un suo ultimo parere.
Che l’ente dovesse chiudere non era una meraviglia: era già nota la pessima situazione dell’unica fiera internazionale siciliana, ragion per cui la delibera per la messa in liquidazione è stata «un atto dovuto alla salvaguardia dei posti di lavoro, in quanto consente il passaggio dei dipendenti stessi alla Resais, così come avvenuto per la Fiera di Palermo.»
Secondo D’Amore, «già c’era l’intenzione, a me mai palesata, da parte dell’assessore Venturi e dell’ex presidente Lombardo, di liquidare l’Ente attraverso la mancata erogazione del contributo annuale, a fronte dell’erogazione di 2.100.000 euro, di cui 1.050.000 pignorati, alla fiera di Palermo già in liquidazione. Se la fiera ha continuato sino ad oggi il suo percorso è solo merito dell’onorevole Cateno De Luca, che è stato l’unico, insieme al presidente dell’autorità portuale De Simone, ad interessarsi dell’ente, al contrario di altri, come l’assessore Venturi.»
I problemi dell’ente, a detta dell’ex commissario, vengono dall’interno, da una politica che ha voluto remargli contro, trascinandosi anche parte di dipendenti, mettendo sempre in chiaro, però, la necessità di non voler lasciare nessun dipendente in mezzo la strada, tanto che dice: «voglio fotografare realmente la situazione, ma non ho voluto fare ciò che mi era stato chiesto e che un buon manager avrebbe dovuto fare, e cioè attivare i licenziamenti, poiché mi son trovato personale con qualifiche non più al passo con i tempi e senza titoli necessari.»
D’Amore, inoltre, ha precisato di non aver mai avuto alcun interesse economico nel proseguo del commissariamento, in quanto già dal 2011 non prendeva più alcun tipo di contributo dall’ente. La decisione di intraprendere la deludente campionaria di quest’estate è stata presa soltanto per mantenere il titolo, ma anche in quella circostanza è stato molto deludente per l’ex commissario la scelta dei dipendenti di andare in ferie.
Le accuse sono rivolte non solo all’assessore Venturi, ma anche a Buzzanca e alla Provincia, che è uscita di fatto dall’ente già dal Dicembre del 2011, e che, a detta di D’amore, non ha contribuito in alcun modo per la crescita della fiera.
«Trovo assurdo – continua l’ex commissario – che sia stato addirittura denunciato di abuso di potere dopo aver denunciato un truffatore all’interno dell’ente. Pensate anche che per poter mettere delle nuove palme, dal momento che quelle attuali sono state distrutte dal punteruolo rosso, si era stimata una spesa di circa 22.000 euro, quando in realtà il lavoro ammontava a circa 1800 euro.»
Anche il Comune ha le sue colpe, secondo D’Amore: 5 milioni di euro sono andati persi.
Detto questo, la palla passa a Rosario Crocetta, con l’intenzione di non voler riprendere mai più il commissariamento dell’ente fiera. Tale scelta è stata presa auspicando ad una rinascita dell’ente, usufruendo, ad esempio, dell’area di S. Filippo, buon polo per operare una fruttuosa sinergia con altre fiere oltre i confini siciliani.(CLARISSA COMUNALE)