FIERA: BISIGNANO A D’AMORE “PROVINCIA IN REGOLA CON I PAGAMENTI”, MA LE SOMME SONO STATE PIGNORATE

 

Nessuna questione di appartenenza politica. Le quote societarie della Provincia non hanno mai raggiunto le casse dell’Ente Fiera perché “integralmente o parzialmente pignorate da terzi, dalla Serit e da Equitalia”.

Difende così l’operato della Provincia l’assessore Bisignano, che invia un comunicato per smentire D’amore, che nella lettera di dimissioni dall’incarico di Commissario indirizzata al neo Presidente Crocetta, aveva specificato tra l’altro “la mancata erogazione  dalla data dell’insediamento (febbraio 2009) delle quote societarie di Comune e Provincia (300 mila euro ca) per ragioni di appartenenza  politica, associato alla mancata erogazione della garanzia fideiussoria da parte della regione (art 42 finanziaria 2009) per mancato insediamento del presidente del collegio dei revisori dei conti”.

 

“Sono costretto per l’ennesima volta a rimarcare che quanto sostenuto non corrisponde al vero” – risponde l’assessore provinciale alle Partecipate, Michele Bisignano.

“Di fatto – prosegue l’assessore – la Provincia regionale di Messina non è più socia dell’Ente Fiera a decorrere dal dicembre 2011. Fino a quella data ha adempiuto perfettamente agli obblighi derivanti dalla propria partecipazione, anche durante la gestione del commissario D’Amore. Dal 2008 al 2011, abbiamo versato annualmente la quota societaria di 51.650 euro, per complessivi 206.600 euro. Somme integralmente o parzialmente pignorate da terzi, dalla Serit e da Equitalia”.

“Va precisato – continua Bisignano – che tali somme sono state pignorate per cause indipendenti dalla volontà della Provincia regionale. Per quanto sopra, appare maldestro e del tutto strumentale il tentativo fatto dal dottor D’Amore di addossare all’Ente Provincia il mancato rispetto degli impegni finanziare a causa, a suo dire, di strategie politiche finalizzate a creare difficoltà alla sua gestione. Difficoltà che invece sono state generate dai suoi referenti politici, che non lo hanno mai posto nelle condizioni di poter gestire con incisività l’Ente che gli è stato affidato, come viene testimoniato, peraltro, dalla drammatica situazione vissuta dai dipendenti dell’Ente stesso”.

Quindi, di fatto questi soldi, seppur stanziati, non sono entrati nelle casse dell’Ente Fiera, che dal 13 novembre resta senza riferimenti istituzionali, dopo le dimissioni di Fabio D’Amore, che a Crocetta ha spiegato quanto sia “moralmente doveroso ed istituzionalmente corretto” dare la possibilità di nominare  un altro “uomo di fiducia”, magari vicino alla coalizione vincente.

“Credo sia superfluo rappresentarle che chiaramente tale decisione non è collegata alla sua persona o alla coalizione che  supporta il suo operato – ha scritto D’Amore – ma era già stata maturata dal febbraio 2012, dopo l’ennesima  vergognosa difformità di trattamento perpetrata nei confronti dell’Ente fiera di Messina, rispetto alla fiera del Mediterraneo di Palermo, peraltro in liquidazione, a cui, nel 2011 e 2012  sono stati erogati circa due milioni di euro rispetto l’ente messinese cui non è stato concesso un euro, a fronte di un  trend positivo di crescita, che mi ha portato a ridurre il debito di circa 2 milioni di euro”.

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