Peccato! Leggendo il manifesto d’amore apparso sui muri della nostra sventurata città, avevamo pensato a un giovane Werther dei Peloritani che si prostrava ai piedi di Lotte, ad un Abelardo dello Stretto che implorava perdono dalla sua Eloisa, a un Paolo della Falce che supplice, metteva la propria esistenza ai piedi della sua Francesca.
Un Ragazzo a tal punto Innamorato da essere in grado di eludere frusti atteggiamenti da macho e chiedere, umile, il perdono. Avevamo pensato, in chiave sentimental-sociologico-antropologica , ad un inizio di mutazione del corpo giovane della nostra città che, eliminato dalla propria sfera politico-amministrativa il modello buzzanchiano, finalmente libera, si esprimeva con accenti di freschissimo sentimento. Avevamo pensato ad una città che metteva in luce finalmente un’eccellenza con un frammento di discorso amoroso.
Nulla di tutto questo. Il Peppe messinese che, snobbati twitter, fecebook, sms e desueti graffiti, si era espresso con una lettera d’amore enfatizzata in un manifesto, per colpire il cuore della sua Melania, è soltanto un COPIONE.
Nel senso di uno che ha copiato nientemeno che da un tifoso della Lazio….Che amaritudine! Non soltanto un messinese realizza un’iniziativa copiata ma per giunta copia da un modello venato di squallore. Sventurata città! Di serie D anche nel dolore d’amore! (ADELE FORTINO)