«Sintesi, soggettivismo e gusto decorativo»sono secondo Pasquale Fameli i tre aggettivi che danno contezza esatta della straordinaria bravura di Ranieri Wanderlingh, un’artista che comincia la sua carriera nel 1982 abbracciando prima lo psicoespressionismo fino alla mostra di oggi al Monte di Pietà, in cui presenta a Messina il Pop romantico.
Lo stile dell’artista consta delle influenze pop, scelto per l’immediata comunicazione, collegate a tematiche care alla corrente letteraria – filosofica del romanticismo. Il Pop romantico nasce da questo mixage e si distacca dall’operare per cliché del pop americano, in quanto focalizza la sua attenzione sul soggetto in vista di un nuovo umanismo.
La mostra si articola in due sale, ospitanti due diverse stagioni di Wanderligh: nella prima vi è il Primo Pop romantico, che ha il suo inizio nel 1992. In questa fase emergono tutti i temi caratterizzanti della pittura dell’artista, quali la donna, spesso collegata anche a figure feline, la sessualità, l’ottimismo, il dinamismo della natura, come si può notare in Tania, Nudo bianco e Donna gatto. L’impatto è certamente forte: i colori sgargianti mettono a nudo un soggetto che non vive in un mondo ideale e trascendente, ma è calato in una realtà immanente e quotidiana. Per Wanderlingh il protagonista diventa il vicino di casa, spia di una nuova attenzione umana più terrena e semplice.
Un altro riferimento importante è dedicato alla realtà tecnologica. Molto interessanti, infatti, sono i quadri che riproducono le immagini della grafica 8 – bit, come Rose con pesce, Pesci e L’annunciatrice blu. L’attenzione alla tecnologia viene dedicata anche al mondo delle icone, che con un click permettono di aprire una finestra di mondo, come in Felix, Albero d’inverno, Peperone digitale, Profumo, La Storia. Wanderlingh, tuttavia, ritiene che tale realtà sia qualcosa di proficuo e positivo per la società contemporanea, e non dimostra un atteggiamento di rifiuto nei confronti di essa.
Nella seconda sala, invece, è rappresentato il Nuovo Pop romantico. Come Paul Gauguin, le opere di Wanderlingh ritraggono un certo primitivismo per un ritorno alle origini cariche di simbologie, come in La maschera, Madre natura, Oracoli, Nella (Aisha), Danze africane, La Messaggera, Diana, in cui lo sguardo è rivolto alle culture africane, indiane, cinesi, greco – antiche. Certamente si coglie un salto di qualità, nel colore e nei tratti, che sono ancora più decisi e sicuri e che rispecchiano una grande padronanza e maturità dell’artista, il quale si dedica anche alla creazione artigianale di porcellane.
Anche qui rimane costante l’elemento femminile, soprattutto in Liana, simbolo di una donna completamente sganciata dal passato, dal trucco pesante, viva, ma plastificata, somigliante quasi ad una “gomma da masticare”, come lo stesso autore l’ha definita.
Ranieri Wanderlingh è inoltre il creatore della Fontana Bios sita nella passeggiata a mare della nostra città. Si tratta di una scultura importante, simbolo della fertilità e del seme primordiale, volto ad essere un punto di continuo rinnovamento della vita. (CLARISSA COMUNALE)