Un gesto distensivo o strategico? In ogni caso una “decisione” non definitiva. I sindacati (senza l’Orsa, che nonostante le oltre 70 deleghe non è ammesso al tavolo delle trattative) hanno firmato un accordo che scongiura, almeno fino a dicembre, i minacciati licenziamenti. Caronte & Tourist, infatti, hanno deciso di prorogare la procedura avviata lo scorso 15 ottobre 2012 almeno fino al 27 dicembre, “emergendo la necessità di un’approfondita ricognizione tecnico-giuridica sugli strumenti di gestione degli esuberi, ovvero su una valutazione alternativa agli esuberi”.
In pratica, anche l’azienda ha rilevato che la strada intrapresa, quella della legge 223/91, è inapplicabile alla categoria dei marittimi. Cosa resta? La strada del prepensionamento, o meglio dei “pensionamenti incentivati”.
L’azienda, quindi, sta valutando con i rappresentati sindacali i criteri di un “esodo” a cui comunque non intende rinunciare: così sono stati individuati già una trentina di marittimi che avrebbero i requisiti adatti per anticipare il pensionamento, entro la fine dell’anno in corso.
Intanto, in attesa di un prossimo incontro, a data da stabilirsi, è stato cancellato lo sciopero previsto per il 6 novembre.
Ma non tutti dormono “sonni tranquilli”. Con il contratto integrativo già scaduto, infatti, molti marittimi temono che la minaccia dei licenziamenti, poi revocati, sia solo l’ennesima strategia per ottenere un “alleggerimento” degli equipaggi, che già, senza nessun tipo di accordo sindacale, sono passati da 25 a 21, con la diminuzione da quattro a tre delle navi utilizzate con 5 turni di personale.
Chi invece dimostra entusiasmo è Enzo Testa, segretario provinciale di Fit Cisl: “Passa la linea degli esodi incentivati, senza alcuna perdita per il lavoratore che percepirà lo stipendio per intero fino al raggiungimento della pensione o, a sua scelta, sino al 66° anno di età. Un percorso che sarà oggetto di esame congiunto con il sindacato” – ha dichiarato in un comunicato ufficiale – “Considerata la linea di partenza della vertenza, aver ricondotto tutto sotto l’egida delle regole sindacali che regolano la materia, è sicuramente un buon risultato”.