La mafia piomba sulle elezioni regionali in Sicilia. Ma questa volta in cambio dei voti ai politici i boss chiedono ”impegni precisi”. Lo ha rivelato l’avvocato generale dello Stato, Ignazio De Francisci, che fino a quattro giorni fa era procuratore aggiunto a Palermo. L’ex pm ha detto che la Procura sta indagando. Due mafiosi intercettati, parlando delle elezioni, dicono: ”I discorsi si devono fare chiari”.
In un fascicolo secretato le intercettazioni tra mafiosi che parlano su come indirizzare i risultati. A chi chiede voti, l’impegno di contropartite certe.
De Francisci parla al Festival della Legalità, che si svolge a Palermo fino a domenica 7 a Villa Filippina (piazza San Francesco di Paola), ricordando che essendoci un’indagine in corso, non può entrare nei dettagli, ma racconta di due mafiosi che parlano tra di loro.
“Dagli ascolti telefonici sappiamo che ancor più che nel passato Cosa Nostra darà i propri voti solo a chi si impegna a ricambiare con concreti favori. Il che, vale ricordarlo, costituisce reato. Lo sappiano i nostri amministratori”, ammonisce De Francisci. Le intercettazioni fanno parte di un fascicolo secretato. “Ogni tanto – si limita a dire De Francisci – si coglie qualche frase tra un mafioso e l’altro. Dicono, “Ma tu chi appoggi? Per chi voti?. Nomi in chiaro, poi spunta una frase del tipo: “I discursi s’hanno a fare chiari”, tradotto dal siciliano, “Patti chiari”.
I voti non si danno per simpatia o antipatia personale, o per adesione ideologica, solo ed esclusivamente in cambio di impegni precisi”. Politica e mafia, dunque, sempre a braccetto. “I mafiosi non si fidano più – nota l’ex procuratore aggiunto – Cosa nostra vuole impegni precisi, i mafiosi quando manovrano la politica lo fanno seriamente”.