Il progetto di utilizzare lo storico Arsenale militare di Messina per rottamare le flotta Nato ha suscitato molte perplessità, scatenando il dissenso da parte degli attivisti della rete No-Ponte e No-Muos che, per sensibilizzare sul tema l’intera cittadinanza, hanno programmato una manifestazione proprio dinanzi all’Arsenale il 2 ottobre (domani, ndr) alle 15,30.
“L’Arsenale è destinato a divenire il Centro di eccellenza per lo smaltimento di tutte le navi da guerra Nato sino a duemila tonnellate. Un grande cimitero- pattumiera dove convergeranno enormi quantità di amianto, prodotti chimici e idrocarburi pericolosamente inquinanti e cancerogeni – si legge in un comunicato.
La decisione sarebbe stata assunta segretamente nei mesi scorsi dai manager dell’Agenzia Industrie e Difesa e la Nato Maintenance and Supply Agency (NAMSA), la struttura logistica dell’Alleanza con sede a Capellen (Lussemburgo) che assiste i paesi membri negli acquisti comuni e nella manutenzione dei sistemi d’arma.
Al devastante programma verrebbero destinati tra i 25 e i 30 milioni di euro, fondi pubblici che verranno prelevati dai sempre più magri bilanci a favore dell’istruzione, della sanità e dell’assistenza sociale. Una spesa enorme che non avrà alcun effetto sull’occupazione (non verrà assunto alcun dipendente in più nell’Arsenale) e che invece convertirà l’impianto messinese in una dependance dell’industria energetica e dell’ecobusiness in mano ai privati.
Il centro logistico Nato a Messina si aggiungerà alla stazione satellitare MUOS della Marina Usa di Niscemi e allo schieramento dei droni a Sigonella. Così la Sicilia rafforzerà la sua immagine di isola piattaforma di guerra e di pericolosa discarica dei sistemi di morte in via di dismissione.
Ancora una volta, sulla pelle dei cittadini, esattamente come accaduto con il Ponte sullo Stretto, viene imposto un programma dall’insostenibile impatto ambientale, sociale ed economico. Oggi – ribadiscono gli aderenti alla rete ambientalista e pacifista – è necessario avviare la mobilitazione contro la rimilitarizzazione della zona falcata di Messina e per respingere qualsivoglia progetto di speculazione urbanistica in un’area d’importanza storica e di rilevante bellezza paesaggistica che deve essere invece tutelata e bonificata e divenire bene comune della città. Per questo saremo di fronte all’arsenale militare di Messina, martedi 2 ottobre alle 15.30, per ribellarci e dire no alla militarizzazione della Sicilia e alla devastazione dei territori”.
Il comitato No Muos di Messina aderisce, inoltre, alla manifestazione nazionale contro il Muos che si terrà a Niscemi il 6 ottobre 2012. Da Messina partirà un pulmann (o forse due) carico di chi non accetta che nella nostra Sicilia una forza armata straniera possa decidere di occupare militarmente il territorio, installando basi aeree e antenne di supporto alle guerre del terzo millennio.