Alleanze non digerite, che creano mal di pancia nel Partito Democratico dove nelle ultime ore si è registrato il “dietro front” di tre componenti della direzione regionale, vicini a Rita Borsellino, che hanno deciso di non partecipare all’ultimo direttivo del partito.
“Si è dinanzi alla possibilità di voltare pagina – hanno detto i tre in un comunicato congiunto – compiamo una scelta spregiudicata, che vede il nostro partito rinunciare a rappresentare il cambiamento e quella svolta di cui la Sicilia ha tanto bisogno, abdicando al ruolo di forza che incarna l’alternativa per inseguire una sedicente area moderata che puzza tanto di gattopardismo. Il nostro continuo arrancare e altalenare ci ha ridotti a essere un partito poco riconoscibile, senza un’identità chiara. Scegliere, poi, dei compagni di viaggio che hanno una forte riconoscibilità e che noi stessi abbiamo definito fino a poco tempo fa come autori e complici dello sfascio nella nostra regione, non corrisponde alla nostra idea di cambiamento. Ritrovarci a combattere una battaglia al fianco di coloro che abbiamo sempre combattuto, non ci pare un buon presupposto per costruire l’alternativa. Parliamo di personaggi come Nino Dina, tramite di Cuffaro e Aiello, come emerso dall’inchiesta che ha portato i due in carcere, o Nello Di Pasquale, ex Pdl, poi leader provvisorio di quel movimento per la gente che oggi sta sotto la bandiera di Micciché. Senza dimenticare tutti quegli esponenti, che sono stati parte integrante del sistema di potere di Lombardo, da cui oggi il Pd siciliano sostiene di aver preso le distanze. Siamo convinti che le nostre elettrici e i nostri elettori non capiranno. Anzi, sono già da tempo perplessi, quando non delusi”.
“Ci sarebbe piaciuto essere a disposizione del nostro partito in questa battaglia – hanno continuato – se il nostro partito fosse stato alla guida di una vera ‘rivoluzione’. Purtroppo pensiamo che si sia compiuta una scelta diversa e non vogliamo prendere parte a un appuntamento fondamentale per la nostra Sicilia turandoci il naso”. Così dunque è maturata la volontà di Di Gangi, Lombardo e Petrona Baviera di sposare il progetto di Claudio Fava.
“Tra le prime righe del Manifesto dei Valori del Partito Democratico – hanno concluso i delusi del Pd – si legge: ‘È in campo una forza che si propone di dare al Paese, finalmente, una nuova guida. Si riapre una speranza, si può tornare a pensare il futuro’. In Sicilia, stavolta, non siamo noi questa forza. Ecco perché sosterremo la candidatura di Claudio Fava”.