Il giorno dopo il violentissimo nubifragio che si è abbattuto sull’arcipelago delle Eolie si contano i danni, circa 30 milioni di euro secondo le prime stime anche se i dirigenti della Protezione civile sono al lavoro per redigere un bilancio definitivo.
Nel pomeriggio di domenica a Lipari è giunto Bruno Manfrè, capo dipartimento della Protezione Civile di Messina che ha incontrato il sindaco Marco Giorgianni che lo ha prontamente informato sull’entità dei danni.
Successivamente è stato effettuato un sopralluogo in tutte le località dell’isola interessate dal violento nubifragio: il corso Vittorio Emanuele, via Roma, Ponte, Valle, la scuola media, il porto di Sottomonastero, la via Tenente Mariano Amendola e le diverse località di Canneto.
Sarà lo stesso Manfrà a redigere una dettagliata relazione da sottoporre al governo regionale, mentre il sindaco Giorgianni mercoledi’ 19 settembre avrà un incontro a Palermo con il governo regionale e con la Protezione civile in cui sarà chiesto ufficialmente lo stato di calamità naturale.
Intanto anche gli scienziati cercando di dare una spiegazione al fenomeno meteorologico. Secondo quanto dichiarato a Repubblica il climatologo dell’università di Firenze Giampiero Maracchi, alla base di questo ed altri eventi analoghi “c’è un accumulo di energia e di vapor d’acqua in atmosfera”.
“Le perturbazioni di origine atlantica, che provengono da ovest – ha spiegato – attraversando i mari, che hanno temperature molto elevate, diventano cariche di vapor d’acqua, che viene trasferito dai fenomeni di evaporazione degli stessi mari. Ma soprattutto accumulano una quantità di energia che poi viene scaricata con le alluvioni o altri fenomeni meteorologici”.
L’alluvione di Lipari, secondo il climatologo, non è comunque una sorpresa: “Gli ultimi 20 anni – aggiunge – sono stati caratterizzati da questi fenomeni di inizio autunno. Questo è infatti il periodo in cui cominciano ad arrivare le perturbazioni. Che si verificassero questi eventi è il timore che avevamo tutti”. Per il futuro Maracchi prevede che “alluvioni possano ripetersi a ottobre-novembre. Probabilmente si verificheranno in posti diversi”.
Diverse le reazioni politiche che si sono registrate nelle ultime ore. In un nota il segretario dell’Udc siciliana, Gianpiero D’Alia, fa appello ai governi nazionale e regionale perché “non abbandonino Lipari al suo destino”.
“Sia Palermo che Roma devono mettere in campo tutte le azioni necessarie per consentire a Lipari di superare al più presto questo momento di grave difficoltà”, aggiunge D’Alia.
“La gravita’ di quanto accaduto sull’isola di Lipari richiede un intervento immediato da parte del Governo. La proclamazione dello stato di calamita’ rappresenta la soluzione operativa migliore per consentire l’avvio delle operazioni di messa in sicurezza e recupero del territorio e per garantire l’incolumita’ di residenti e turisti”. Lo dice Armando Cirillo, responsabile Turismo del Pd.
“Bisogna lasciarsi definitivamente alle spalle la cultura della sanatoria tanto cara ai governi Berlusconi e che tanti danni ha fatto e continua a fare -puntualizza- Bisogna porre la tutela del territorio al centro di ogni scelta, in particolare per localita’ che fanno del turismo una voce importante per la propria economia. Non puo’ esserci turismo senza rispetto dell’ambiente. Questo e’ un concetto fondamentale per le destinazioni turistiche italiane”.
Infine l’intervento di Saverio Romano del Pid: ” Voglio esprimere la mia personale vicinanza ai cittadini di Lipari e a tutti gli eoliani che in Lipari hanno il loro punto di riferimento di vita quotidiana. Le immagini, al momento veicolate incomprensibilmente solo sul web, sono drammatiche e lasciano una profonda amarezza a chi conosce e ama quell’arcipelago di isole”.