Nel quadro delle ricerche programmate dalla Soprintendenza del Mare di Palermo, inerenti al Capo Graziano di Filicudi, sono state condotte ricognizioni sistematiche miranti alla circumnavigazione subacquea del Capo, sotto la direzione del responsabile di zona, Dott.Philippe Tisseyre, con l’appoggio tecnico del Diving Center Apogon di Ennio Cammarata e del III Nucleo Subacqueo dei Carabinieri di Messina, in missione a Filicudi.
Sono state individuate altre tre ancore romane in piombo, tre ancore romane in ferro, quattro ancore tardo bizantine e due ancore di tipo “arabo”, nonché altri reperti metallici, lasciati in situ vista l’alta profondità.
La zona di raggruppamento delle ancore non era nota fino ad oggi e non corrisponde al sito segnalato dall’archeologo pioniere G.Kapitan, già individuato l’anno scorso, accanto al relitto E.
Le ricerche hanno messo in evidenza la ricchezza archeologica dei fondali in settori del Capo Graziano, che nonostante siano da diversi decenni indagati dagli studiosi, continuano a sorprendere con nuove tracce della sua storia plurimillenaria, mentre è allo studio la possibilità di creare una nuova zona di immersioni archeologiche guidate aperta al pubblico.
Una scoperta che conferma la grande potenzialità dell’arcipelago eoliano, dove però, nonostante gli sforzi da parte dei tecnici e degli archeologi, risulta sempre più difficile tutelare e valorizzare il nostro immenso patrimonio, vista anche la mancanza di fondi destinati alla cultura e alla ricerca. (P&P)