LETTERA AL DIRETTORE: IL TEOREMA B.

 

Cittadini-sudditi? Cittadini-elettori? Davvero possiamo “scegliere” o assistiamo al solito teatrino che ci porterà come gattopardi a “cambiare tutto perché nulla cambi?” .  La prossima campagna elettorale stimola la voglia di riassaporare quel diritto-dovere alla partecipazione, di sentirsi individui in una collettività che necessita di servizi e meritocrazia, che merita uno sviluppo in termini economici ma anche sociali.

Per questo è opportuno fornire spazio alle idee e alle riflessioni di chi sente l’urgenza di esprimersi, prima ancora di farlo attraverso un voto, con le proprie considerazioni.  

Per questo ringraziamo chi ci scrive e ci fornisce spunti di discussione, inviando il proprio contributo alla nostra mail.

Anche questo è messinaora.it: questa è l’interattività che ci spinge proseguire nel quotidiano lavoro di informare, opinare, scrivere. Questo il nostro dovere di giornalisti: di essere, per chi legge, politici compresi, una finestra sulla realtà, il più conforme possibile a quella verità che in molti dicono di cercare.(Il direttore)

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In questi giorni, durante il mio vagabondare lavorativo per la provincia messinese, in attesa di quella triste e mesta ricorrenza (per parafrasare Totò, che comunque parlava di altro tipo di urna), risulta impossibile non imbattersi nella grande quantità e varietà dei manifesti elettorali che costella qualsiasi strada comunale e provinciale. Ciò che salta subito all’occhio, per lo meno al mio, è il paradosso degli slogan.

Ed allora leggi che chi è stato in galera fino all’altro ieri ed ha truffato la comunità, pontifica sulla buona politica che intende fare grazie al tuo sostegno; oppure c’è chi, protagonista volente o nolente della più grande ferita della nostra terra negli ultimi anni, riesce a parlare di sicurezza del territorio; c’è anche chi proclama di voler rivoluzionare la Sicilia rompendo le catene, quando ciò che ha rotto fino ad oggi è ben altra cosa….

Tale paradosso riesce anche a strapparti qualche timido sorriso, inizialmente, se non fosse per l’amara riflessione alla quale sei ricondotto soffermandoti a pensare alla tragicità della nostra condizione. La condizione di chi accetta e sopporta tutto, con atavica rassegnazione. Di chi non riesce a liberarsi di individui che in altri luoghi o altre epoche sarebbero stati considerati braccia rubate all’agricoltura, capaci di dire e fare tutto e il contrario di tutto, per poi smentirsi senza provare alcuna vergogna.

Ed eccoci arrivati al teorema del titolo. E’ proprio questo il teorema: se sei colpito da un’accusa infamante non devi più cercare di nasconderla, far calare il silenzio, ma devi al contrario enfatizzarla, a tal punto da ribaltare lo scenario, non più malfattore e delinquente, ma vittima di un sistema corrotto.

Io, nel frattempo, aspetto sconsolato questi pochi giorni che ci separano alla “triste e mesta ricorrenza” per capire di che morte moriremo (anche stavolta). (CLAUDIO ALOISI)

 

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