Dopo la lettera di Giuseppe Ciraolo, la nota di Fabio Mazzeo e altre prese di posizione ci sembra giusto aprire un confronto su Giovani e Politica.
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Fabio Mazzeo, nella sua pagina di FB, opportunamente si sofferma sul ruolo che molti giovani potrebbero avere per cambiare la Politica.
“Leggere la lettera di Giuseppe Ciraolo, giovane iscritto al Pd che dichiara il proprio dissenso dalle scelte “di partito” fatte in Sicilia e si schiera con Fava – scrive il giornalista – così come avere assistito all’incontro organizzato da Ciccio Rizzo , Piero Adamo, Ferdinando Croce e il loro gruppo di giovani del Pdl, che dettano condizioni per la costruzione di un nuovo centrodestra, sono segnali di grande vitalità in organismi per troppo tempo alimentati artificialmente. Leggere su Facebook i post di Alessandro Russo o Ivan Ivan Mirko Stanislao Tornesi o Alberto de Luca, alimentano ulteriormente la speranza di un fronte che non è solo generazionale, ma un fronte “intellettuale” che non urla in modo generico contro la politica, ma inchioda i partiti a una nuova fase. Quando lo scrissi mesi fa su un giornale messinese in tanti mi telefonarono per mortificare la mia visione. Che confermo. All’interno dei partiti di tutti gli schieramenti molti leader logorati dal potere e terrorizzati dal perderlo camminano coi piedi di piombo cercando di assicurarsi un futuro personale ancora in politica, cambiano schieramento o partito, cercando solidarietà posticce, dando vita ad alleanze improponibili pur di vincere. Ma per fortuna ci sono questi giovani – conclude Mazzeo – che non sono più giovanissimi, che sono già professionisti, che conoscono la politica, che vantano già anni di esperienza e che rifiutano l’idea di marciare coi piedi di piombo al fianco di quei leader per assicurarsi un piccolo tornaconto personale e con coraggio affrontano il prossimo futuro con ancora la speranza di volare.”
Francamente manca un dibattito e un confronto, nella nostra Città, che dia vigore al modo di stare dentro i Partiti e a come impegnarsi per restituire significato all’amministrazione di quella cosa che i filosofi chiamavano Polis.
Nel calcio i vecchi allenatori richiedevano ai giovani calciatori, prima di qualsiasi cosa, il possesso dei “fondamentali”. Di quegli elementi indispensabili per cominciare a fare parte poi di una squadra. Possesso e controllo della palla, modi di calciare, stop del pallone non solo con i piedi etc. Nei Partiti non è così. I vecchi si guardano bene dal pretendere conoscenza e cultura Politica. Anzi diventerebbe molto rischioso, per perpetuare la loro eternità nella gestione dell’involucro partito, la presenza di persone capaci, coraggiose e indipendenti. Sarebbe la loro fine.
Eppure di giovani ( definisco così, per comodità, chi è geneticamente libero ) sono ricchi molti partiti. Nei partiti diciamo di massa e in quelli no. E’ sotto gli occhi di tutti che però tantissimi sono i giovani che assecondano i loro capi e di meno coloro che tentano un confronto, una gestione non aristocratica delle organizzazioni e, persino, dei movimenti che, per definizione, dovrebbero essere più leggeri.
Quello che sta succedendo oggi dentro il Movimento di Grillo era facilmente prevedibile. Anche la migliore gestione leaderistica finisce con il dovere impattare con coloro che legittimamente hanno vedute differenti dal vertice.
Nella mia militanza politica ( mi sia permesso un cenno ), che è partita all’inizio degli anni ’70, la motivazione che mi spinse a fare parte della galassia radicale fu la “sete di alternativa” rispetto ai partiti chiesa. Per tutti noi “fare” politica significava lottare per le cose nelle quali credevamo e non “facevamo i politici, i deputati etc.” Questa era, ed è, una differenza sostanziale con altre militanze. E questo è, credo, il cuore del discorso.
Ha ragione Fabio nel riconoscere alla lettera coraggiosa di Giuseppe Ciraolo che da iscritto al PD si schiera con Fava, all’impegno di Alessandro Russo o Ivan Tornesi e non molti altri che pretendono più democrazia in un partito oligarchico come quello di Genovese. Ed anche nello schieramento opposto sembrerebbe esserci una sorta di “primavera” che potrebbe essere salutare.
Io aggiungerei ( sapendo di scandalizzare qualcuno ) che anche alcuni ragazzi che si riconoscono nella destra meritano attenzione per il loro impegno e per le cose condivisibili alle quali credono per migliorare questa città. Vedo invece poca voglia di cambiamento in alcuni settori della sinistra.
Ovviamente sono certo della loro voglia di futuro e sono convinto della bontà di alcune analisi politiche. Però c’è un muro invalicabile nelle loro liturgie, nei loro simboli, nel loro modo di intendere l’appartenenza. Così come grande confusione e genericità – con qualche paraculaggine di troppo – c’è in tanti movimentisti e agitatori del consenso. Personaggi che, non a caso, trovano ampia ospitalità in molti mezzi di comunicazione.
Ovviamente sarebbe necessario organizzare tanta voglia di libertà. Spingere e incoraggiare coloro già hanno dimostrato determinazione nel loro agire. Avendo chiaro che non c’è molto tempo a disposizione. Passate le prossime tre tornate elettorali ( regionali, amministrative e nazionali) si passerà inevitabilmente alle prossime generazioni. Se si lascerà che i giuochi vengano fatti ancora dall’attuale ceto politico è veramente finita.
Per questo non credo a certe operazioni velleitarie. A liste che non raggiungeranno le percentuali necessarie ad incidere veramente. A candidature inutili. Credo invece ad una sorta di miracolo, di sogno, attraverso l’autodeterminazione di quelle persone ( giovani e libere ) che riescano a dare corpo al loro coraggio e prendere in mano l’iniziativa per costruire una ipotesi concreta di cambiamento.
Sono convinto che sia possibile. Basterà mettere assieme le persone giuste e le idee concrete e condivisibili. (SARO VISICARO)