“Io capitai ( … ) in Truffia e in Buffia,paesi molto abitati e con gran popoli; e di quindi pervenni in Terra di Menzogna, dove molti dei nostri frati e d’altre religioni trovai assai, li quali tutti il disagio andavano per l’amor di Dio schifando.”Giovanni Boccaccio.
Potrebbe finire qui, come mia intima riflessione a quello che in queste ore leggo e sento. Con Boccaccio appunto. Mi riferisco alle “cose” di Messina, alla politica, alla comunicazione e ai populismi generali. Adesso che il sindaco sta per rassegnare ( mai verbo fu così azzeccato) le dimissioni sue e del suo plotone di amministratori nominati, ecco che ricomincia il valzer dei candidati, dei candidabili, di chi smania di trasformare in voti ( e potere) legami personali – amicali e interessi di ogni genere e tipo.
Ovviamente la testa dei partiti dei “potenti” è rivolta alla prima scadenza che è quella dell’assemblea regionale e del futuro governatore della Sicilia. Tra chi si divide “tra astinenza e pentimenti tra sesso e castità” ( Franco Battiato) e chi tra trame e finta indignazione. Nel mezzo noi. I cittadini impotenti e indolenti. Ormai abituati alla Menzogna e al bombardamento mediatico con il quale sapremo tutto e non capiremo nulla. Una montagna di articoli, di interviste, di messaggi subliminali che nulla di vero dicono e nulla di concreto analizzano. Le responsabilità, i meriti, i demeriti, le capacità, le cose concrete e quelle impossibili spacciate per possibili. Ci sarà chi si rivolgerà al ceto conservatore ( che è maggioritario su molte cose) con parole di rassicurazione, condividendone pregiudizi e alimentando indignazioni, e chi prometterà la luna, un futuro paradisiaco, il massimo di trasparenza amministrativa. I ragionamenti su come realizzare tutto ciò non servono in campagna elettorale. Basterà saper mentire. Servirà anche conoscere il modo di comprarsi un bel pò di voti e di rendere opaco lo stesso momento elettorale e post elettorale.
Chi ricorda più lo scandalo del 2008 con le sezioni bloccate per giorni nei conteggi e riconteggi? Nessuno. Un primato nazionale ormai cancellato.
Insomma, questo è tutto meno che Politica. Tantomeno i cantieri, le assemblee pubbliche virtuali, le candidature su facebook, le piattaforme bla,bla, possono costituire alternative concrete. Una possibilità ci sarebbe (stata?) ed è ( era ) quella delle Primarie. Non Primarie da investitura ma di selezione. Primarie non controllate dagli apparati dei partiti che così dovrebbero veramente confrontarsi e instaurare quell’indispensabile empatia con gli elettori che renderebbe possibile i veri cambiamenti strutturali. Questo è quello che l’attuale classe politica non riesce ad accettare. Al massimo si concederà qualche alternativa virtuale e necessaria alla distribuzione dei consensi. (SARO VISICARO)