E’ iniziata la corsa alla propaganda ed alle poltrone di Palazzo dei Normanni, in un clima più confuso del solito. Complice forse il fatto che il mondo politico sia in crisi – e che ciò sia più evidente in Sicilia che altrove – a meno di due mesi dalle regionali ancora i siciliani non hanno una chiara idea di chi saranno i candidati. La scacchiera sembrava pronta: da un lato le sinistre con Crocetta e Fava, dall’altro Musumeci.
Eppure osservando attentamente appare chiaro come non si siano ancora ordinate tutte le pedine utili a giocare, se così si può dire, per una scelta importante come quella del futuro presidente della Regione.
Spesso nei moderni giochi virtuali si può decidere di riavviare tutto tornando indietro su una scelta sbagliata, mentre il 28 ottobre il popolo siciliano dovrà valutare bene sperando di non pentirsi riguardo quanto deciso nella segreta urna elettorale.
Questa difficoltà di giudizio è aumentata dalla consapevolezza che gli schieramenti ed i nomi dei candidati sono ancora piuttosto “plastici”. In particolare nelle ultime ore si sono espressi due personaggi importanti del mondo politico siciliano: Claudio Fava, candidato governatore di Sel, e Carmelo Briguglio, rappresentante del FLI regionale nonché deputato italiano.
Il primo ha proposto di indire le primarie per il centrosinistra, così da rendere più forte lo schieramento. Inoltre le primarie darebbero modo, secondo il candidato, di ascoltare la voce degli elettori riguardo le ultime discusse alleanze politiche all’interno ed all’esterno dell’Ars. Evidente in queste dichiarazioni il riferimento alla coalizione PD/UDC che sta facendo tanto parlare in Sicilia come nelle altre regioni. Se l’appello venisse ascoltato si potrebbe scegliere se portare alle elezioni Fava o Crocetta, concentrando i voti dei “rossi” dell’isola su una sola testa. Non manca, nel discorso del candidato, neppure un parere sulla attuale alleanza Alfano/Storace che segue, a suo dire, proprio la strada dell’unirsi ad ogni costo per andare contro le sinistre riprendendo la vecchia e distruttiva “politica degli affari”.
Nello Musumeci è infatti attualmente appoggiato da PdL, Grande Sud, PID e probabilmente anche dall’ex MPA (oggi Partito dei Siciliani) pur non essendovi ancora una conferma su quest’ultimo sodalizio. Tale grande bacino di voti – che potrebbe non essere così certo ricordando i molti iscritti ai partiti che ultimamente votano non attenendosi alle alleanze – sarà un alto ostacolo da superare per entrambi i candidati di sinistra, persino per un Crocetta intorno al quale PD ed UDC sembrano aver stilato una tregua della serie “un nemico del mio nemico mi diventa amico”.
L’idea di Fava verrà esaminata? A molti sembra improbabile, pur non sembrando disdegnare la prospettiva.
Intanto neppure gli elettori di destra, o meglio delle “destre”, possono vantare certezze: Nello Musumeci, proveniente dalle liste di Storace, non raccoglie le simpatie del Fli come ufficializza, con toni decisi, il rappresentante siciliano Carmelo Briguglio. Tramite un comunicato infuocato non ha solo confermato la ulteriore presa di distanza dal PdL, ma ha dichiarato la candidatura di Musumeci inaccettabile: “Oggi Musumeci e’ la candidatura targata e nata nel Pdl, quale battistrada in Sicilia della sesta discesa in campo alle prossime Politiche di Silvio Berlusconi Presidente. Per questo e’ per Fli una candidatura inaccettabile”(Ansa).
Così l’unica certezza è che si avranno più candidati, con la gioia di chi chiede maggiore scelta ed il terrore di chi teme la vittoria dei candidati con le coalizioni più allargate spesso destinate a sfasciarsi una volta chiuse nuovamente le urne. (CARMEN MERLINO)