MARE INQUINATO IN SICILIA: CRESCE L’ALLARME DOPO GLI ULTIMI DATI PUBBLICATI DA GOLETTA VERDE

 

I biologi di Goletta verde lanciano l’allarme sulla situazione delle acque in Sicilia, “bocciata” secondo gli ultimi risultati rilevati nel corso della tradizionale campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste italiane. Su 19 punti di campionamento, infatti, ben 10 sono risultati fuori legge: otto ”fortemente inquinati” e altri due ”inquinati”. Passando al setaccio foci di fiumi e torrenti, ma anche spiagge segnalate dai cittadini, e’ stata riscontrata la presenza di situazioni critiche nella gran parte del territorio regionale.

In provincia di Messinai dati più critici riguardano il comune di Calatabiano, in localita’ San Marco presso la Foce del Fiume Alcantara: i risultati dei prelievi classificano le acque come fortemente inquinate, e’ presente un interdizione alla balneazione ma il punto di campionamento e’ frequentato da un numero consistente di bagnanti. Sempre nel messinese, nel comune di Capo d’Orlando, in localita’ contrada Ligabue, presso la Spiaggia sul Lungomare, le analisi compiute hanno indicato la presenza di acque inquinate.

Non va meglio nella altre province: acque fortemente inquinate a Palermo, in localita’ Vergine Maria, presso la spiaggia antistante la Tonnara Bardonaro, dove, nonostante vi sia un cartello che indica il divieto di balneazione, al momento del passaggio dei tecnici di Legambiente, alcune persone facevano il bagno.

Scenario simile a Trapani, in localita’ San Cusumano-Casa Santa Erice, presso la Tonnara, livelli batteriologici fuori legge si evidenziano dai prelievi eseguiti dai quali emerge che le acque sono fortemente inquinate.

 

Problematica anche la condizione della costa orientale e meridionale  dell’Isola. I due punti campionati a Siracusa risultano essere  fortemente inquinati. Entrambi i punti sono stati analizzati in localita’ Porto  Grande, il primo presso la foce del canale Grimaldi, spiaggia di  Pantanelli, ed il secondo presso il pontile dentro Porto grande di  fronte al canale Grimaldi. Nella provincia, dal prelievo realizzato  nel comune di Scicli, in localita’ contrada Arizza, presso la foce  della Fiumara di Modica, emergono gli stessi risultati: le acque sono  fortemente inquinate. Neanche le riserve naturali sembrano sfuggire al pericolo  dell’inquinamento microbiologico.

Secondo quanto riscontrato dai  tecnici di Goletta Verde, infatti, nel comune di Ragusa, presso la  foce del Fiume Irminio che ricade nella riserva naturale omonima, i  campioni prelevati risultano essere fortemente inquinati. Ancora  criticita’ alle foci dei fiumi a Gela (Caltanissetta), dove, in  localita’ Macchitella, le analisi effettuate presso la foce del fiume  Gattano, che sfocia direttamente a mare, indicano che le acque sono  fortemente inquinate. Le note correlate al prelievo riportano la  presenza di alghe e rifiuti ed evidenziano che il cartello con il  divieto di balneazione, seppur presente, risulta essere poco visibile  ai bagnanti. Risalendo la costa meridionale, la situazione non cambia: e’ risultata inquinata anche la foce del fiume Salso, a Licata  (Agrigento), interdetta anch’essa alla balneazione.

L’istantanea scattata da Goletta Verde punta i  riflettori sull’emergenza depurativa regionale, che fa della Sicilia,  con appena il 47% della popolazione coperta da un servizio efficiente, la regione italiana peggiore. Ma per Legambiente e’ l’Italia nel suo  complesso a dover fare ancora parecchia strada per assicurare una  buona qualita’ ambientale ai propri corsi d’acqua. Nei giorni scorsi,  infatti, 109 comuni, che scaricano in aree non giudicate sensibili,  sono stati condannati dalla sentenza della Corte di Giustizia europea  per la mancata applicazione della direttiva sulla depurazione  91/271/CE.

”Dei 109 comuni condannati – spiega Serena Carpentieri,  responsabile di Goletta Verde -, ben 57 riguardano la Sicilia. Stiamo  parlando del 52% del totale degli agglomerati che non hanno adeguato  il proprio sistema depurativo. In particolare, 27 hanno ricevuto la  condanna piu’ grave perche’ manchevoli di fognature, 56, invece, i  comuni imputati di non avere un adeguato trattamento dei reflui e di  non avere strutture adeguate per reggere carichi antropici maggiorati  relativi al flusso turistico”.

Per Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia, ”la situazione depurativa regionale ha ormai assunto la  rilevanza di un’emergenza nazionale. Non e’ un caso, quindi, che due  delle tre bandiere nere che assegniamo siano dirette a chi ha gestito  in maniera a dir poco scandalosa gli impianti di depurazione di  Siracusa e di Gela. Nel caso di Siracusa, la bandiera nera va a Sai 8  per il malfunzionamento dell’impianto di depurazione, al momento sotto sequestro. Siamo pronti a costituirci parte civile nel processo penale che seguira’ alle indagini”.

”La seconda bandiera nera – prosegue Zanna – va alla societa’  Caltaqua per la gestione indegna del depuratore di Macchitella, che  sversava sistematicamente, in orari notturni, circa 180.000 litri al  giorno di reflui non adeguatamente depurati. Infine, non potevamo  risparmiare la terza bandiera nera all’oleodotto Isab di Priolo che ha prodotto lo sversamento nel fiume di circa 400mila litri di pericolosi idrocarburi: uno dei piu’ rilevanti inquinamenti degli ultimi anni nel nostro Paese. Chiediamo – conclude il direttore di Legambiente Sicilia – non solo verita’ e giustizia per questi casi, ma inoltriamo il  nostro appello affinche’ queste situazioni possano non ledere piu’  all’ambiente e all’immagine della nostra regione”.

 

 

 

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