SACCO EDILIZIO A MESSINA: SETTE CONDANNE NEL PROCESSO “ORO GRIGIO”, RISARCIMENTO ANCHE AL WWF

 

Dopo cinque anni dall’inchiesta della Procura sulle tangenti per la realizzazione del complesso “Green Park” sul Torrente Trapani, arriva la condanna in primo grado nel processo “Oro Grigio”.  Sette le condanne per corruzione comminate dalla prima sezione penale del Tribunale di Messina, presieduta da Attilio Faranda: quattro anni e sei mesi di carcere per l’avvocato Pucci Fortino, l’ex presidente del consiglio comunale Umberto Bonanno e il funzionario comunale Antonino Ponzio con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni; due anni e 6 mesi per gli imprenditori Giovanni e Salvatore ArlottaGiovanni e Santi Magazzù e Antonino Smedile. Gli otto imputati sono stati invece assolti dal reato di associazione con il riconoscimento della prescrizione per i reati di falso e abuso edilizio. Prescritti, invece, i capi d’accusa per 3 funzionari regionali indagati, Anna Rosa Liggio, Giuseppe Giacalone e Cesare Capitti, indagati per falso e violazione edilizia.

Il Tribunale ha inoltre  disposto un risarcimento che dovrà essere corrisposto anche dal Comune di Messina di 1 milione e 200 mila euro, di cui 40 mila al Wwf che si era costituito parte civile e il resto alle parti lese, ovvero coloro che avevano acquistato gli appartamenti del GreenPark.

L’inchiesta “Oro Grigio” ha scoperchiato il calderone della gestione “viziata” del piano regolatore, grazie alle dichiarazioni dell’imprenditore Antonino Giuliano, ribattezzato “pentito Alpha” e che riguardavano le tangenti pagate per permettere una variante sulla costruzione del complesso edilizio sul torrente Trapani, dove sarebbero dovuto sorgere 250 appartamenti per un affare di 80 milioni di euro grazie alla concessione all’area di una maggiore cubatura edificabile.

Un “favore” chiesto dagli imprenditori Arlotta della Saam Costruzioni srl, e ricambiato con appartamenti e tangenti pari a 250mila euro, con l’allora presidente del Consiglio Comunale Bonanno che ricevette 17.900 euro per l’approvazione della variante al PRG votata a Palazzo Zanca.

Il cantiere su Torrente Trapani venne sottoposto a sequestro, fino agli inizi del 2010 quando è intervenuta una sentenza della Corte di cassazione che ha ordinato il dissequestro restituendo l’area alla pertinenza comunale.

L’inchiesta “Oro grigio” sulle speculazioni edilizie che hanno cementificato parte della città era stata salutata come l’inizio di un segnale di “pulizia”, ma nonostante le stesse intenzioni espresse dall’allora procuratore capo di Messina Luigi Croce, che la definì come “ punta dell’iceberg”, non seguirono altre indagini, e molte risposte sull’inarrestabile sfregio di vaste zone dalle colline al mare,  sono evidentemente rimaste sepolte nel “ghiaccio”.

 

 

 

 

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