Cutroni Zodda: il vicesindaco Saija ed i sindacati sono tutti concordi nel definire poco chiari e penalizzanti i nuovi provvedimenti voluti dall’ex commissario straordinario dell’ASP di Messina, dott. Francesco Poli, recentemente sostituito da Manlio Magistri. Come già denunciato in campagna elettorale proprio da Saija è prevista, stavolta con certezza, la chiusura di importanti reparti tra i quali il vitale punto nascite. Il provvedimento, che taglia anche chirurgia, urologia, dialisi e medicina generale, ridimensiona inoltre i posti letto che verranno ad essere solo 3 ogni 1000 abitanti.
Il tutto con un comunicato “improvviso”, secondo quanto denunciato soprattutto dai sindacati di settore, risalente soltanto al 13 luglio scorso e pubblicato sì all’albo, cartaceo ed on line, ma senza i necessari allegati. Allegati che, ad esempio, sarebbero utili, secondo l’amministrazione, a chiarire un punto oscuro: quello della gestione dei “reparti in comune” tra gli ospedali di Barcellona e Milazzo. Perchè il primo importante provvedimento di Poli (tra i duecento emanati secondo le stime sindacali sono nell’arco di due giorni) è proprio l’accorpamento dei due nosocomi i quali se da un lato vedono la chiusura di specifici settori storici, dall’altro scoprono il mantenimento di reparti comuni: anestesia e sala operatoria, radiodiagnostica, direzione medica, farmacia, patologia clinica, pronto soccorso e medicina trasfusionale. Ma “comuni” in che senso? In quello che entrambe le strutture (collegate tra loro da strade un po’ troppo strette e spesso intasate dal traffico) disporranno ciascuna di queste unità, oppure in quell’altro secondo il quale alcuni reparti saranno a Barcellona e d altri a Milazzo? E’ questo ciò che lo stesso assessore e vicesindaco Giuseppe Saija ha detto di chiedersi nella conferenza stampa convocata quasi d’urgenza stamane, 16 luglio, nell’aula consiliare del comune, poco dopo aver ricevuto la comunicazione emanata venerdì e di conseguenza depositata per tutto il week end nei cassetti della burocrazia locale.
Un inizio di settimana preoccupante dato che in molti si aspettavano sì il famoso “ridimensionamento” dell’attività ospedaliera ma non in termini, a detta di CGIL FP, CISL FP, UIL FPL e FSI, “inammissibili” e frutto di una “abnorme” sforbiciata ad un servizio pubblico che sembra essere sempre più penalizzato a favore di un privato tra l’altro quasi del tutto assente nel territorio messinese. Qualora infatti dovesse verificarsi una forte emergenza sanitaria le due strutture così “ridimensionate” riuscirebbero ad assorbire la richiesta o davvero si verrebbe ad assistere a pazienti in barella o sedia (anche quelle sempre più introvabili) negli stretti corridoi ambulatoriali?
Tutte queste domande, con richiesta di chiarimenti celeri, sono state poste nella lettera indirizzata dalle parti al Direttore Generale dell’ASP di Messina Manlio Magistri ( che appena salito si troverà contro tutti i sindacati di categoria) ed all’assessore Regionale alla Salute Massimo Russo.
Intanto stretta appare la collaborazione tra il vicesindaco ed il consigliere Calabrò, esponente di Barcellona in Movimento ed al contempo rappresentante locale della UIL medici il quale ha già annunciato la decisione di rivolgersi alla VI Commissione Regionale alla Sanità per l’annullamento di questi eccessivi provvedimenti fedeli alla tecnica “Spending Review” e che secondo altri tecnici, quelli del settore specifico, sarà un suicidio sociale. (CARMEN MERLINO)