Potrebbe essere un precedente importante per ristabilire cause ed effetti degli aumenti che i politici determinano nei loro stipendi, quando raggiungono le poltrone dei Palazzi che dovrebbero amministrare.
Così può essere considerato “storico” il provvedimento della Corte dei Conti di Palermo nei confronti della giunta consiliare di Milazzo; e non la giunta attuale (o almeno non tutta) ma quella che nel 2001, quando ancora non si ragionava in euro, aumentò il proprio indennizzo presenza a 200 mila lire e l’indennità di funzione a 2.333.333 lire mensili.
La sentenza scaturisce dalla protesta dell’ex segretario generaleMatasso il quale da Novembre ha bloccato i pagamenti delle somme a tutti gli attuali membri del consiglio adducendo come motivazione la loro ingiustificata esosità e chiedendo in aggiunta un rimborso di 500 mila euro per il danno apportato alle oramai vuote casse comunali da quel 2001 ad oggi.
Dopo mesi di attesa da Palermo è arrivata una doppia risposta: legittimazione non solo del provvedimento ma anche della denuncia di danno avanzate dal Matasso che secondo quanto deciso dai giudici potrà davvero chiedere e riscuotere il mezzo milione dai 26 consiglieri coinvolti, alcuni dei quali ancora in carica mentre altri usciti dai palazzi del potere ma ugualmente raggiunti dalla “multa”.
Un precedente cui potersi rifare per casi analoghi un po’ in tutta la nazione? Intanto a Milazzo una minuscola somma rientrerà nella tesoreria vuota da mesi, a meno che i diretti interessati non presentino, vedendoselo inoltre accettare, regolare ricorso. (CARMEN MERLINO)