Oggi 13 luglio a Messina si tiene l’udienza preliminare presso il tribunale della procura di Messina per i 18 tra amministratori, ex amministratori, geologi, progettisti e tecnici per i quali la procura ha chiesto il rinvio a Giudizio: le accuse ipotizzate a vario titolo nei loro confronti sono l’omicidio colposo plurimo, il disastro colposo e le lesioni. Le accuse poggiano essenzialmente sulle omissioni nonostante gli allarmi delle popolazioni, delle alluvioni precedenti (quella del 2007 segnatamente), e del rischio idrogeologico evidenziato anche in una nota tecnica del 2007 e in uno studio geologico allegato alla proposta di aggiornamento del Pai.
Lo ricordano in un documento Giacomo Di Leo, coordinatore provinciale di Messina del Partito Comunista dei Lavoratori, Antonio Currò , comitato No Frane della riviera jonica messinese, Roberto Laudini, USB Messina, Antonio Longo, segr. Circolo G. Impastato del Prc Messina, Saro Visicaro, Comitato Nostra città ed Enzo Bertuccelli, CUB Messina dove sottolineano come il tutto stia per avvenire in un clima, già intorpidito dalla calura estiva e sopito da un assordante silenzio dei mass media, e delle organizzazioni sindacali e politiche di presunta “opposizione”.
“Mentre la città e la provincia di Messina sprofondano nella cementificazione, nella mancanza di vie di fuga come ad esempio la tanto declamata (e mai realizzata) bretella tra Scaletta Zanclea e Itala, nel buio della disoccupazione, della precarietà, della mancanza di futuro per i lavoratori dei settori in crisi (Palumbo, Servirail, Messinambiente, RFI, scuole pubbliche, sanità, ecc) – si legge nel comunicato – gli amministratori, segnatamente il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, e quello di Scaletta, Mario Briguglio, dei comuni colpiti dall’alluvione del 1 ottobre 2009, che ha fatto 37 morti, continuano a gestire allegramente le “sorti” di questi comuni, come se nulla fosse successo: ancora una volta ricordiamo loro i 37 morti, e le centinaia di feriti. Premesso che siamo garantisti con tutti, pensiamo che gli amministratori e tutti i “tecnici” di fronte ad una simile strage avrebbero dovuto avere un sussulto morale e mettersi da parte; ciò non è avvenuto…pertanto chiediamo in maniera decisa le dimissioni di questi amministratori, che non hanno sentito minimamente il bisogno di prendere atto delle loro responsabilità.
Poiché siamo scettici sulle capacità di ravvedimento di questi amministratori – continuano i firmatari del documento – invitiamo comitati associazioni, cittadini, organizzazioni sindacali e politiche ad organizzarsi per difendersi dal rischio idrogeologico e sismico presenti nella nostra provincia. Altresì a vigilare con dei comitati di vera e propria controinformazione sullo svolgimento del processo in atto: uno degli ultimi processi in cui si potrà chiedere il risarcimento economico, quello morale non ha prezzo.. Secondo una legge recente approvata dal governo dei banchieri e dei poteri forti (Monti), d’ora in poi per i danni da calamità naturali non si potranno più chiedere risarcimenti statali…de profundis !!!!”