La crisi non accenna diminuire, anzi, ed il dato emerso dal 41° Rapporto UIL sulla Cassa Integrazione lo conferma, offrendo un quadro desolante del panorama occupazionale nel nostro Paese e nella provincia in particolare.
A Messina va un triste primato, quello di essere la seconda città in Italia, dopo Siracusa ad aver visto lievitare in maniera vertiginosa il ricorso agli ammortizzatori sociali.
A livello nazionale il mese di maggio si attesta come il periodo più nero per i lavoratori italiani con un aumento esponziale delle ore di cassa integrazione autorizzate.
Mentre nel mese di aprile le ore di CIG autorizzate sono state 178.548 (48.104 di ordinaria, 68628 di straordinaria e 61816 in deroga) il dato di maggio vede un aumento di ben 433,9 punti percentuale con un totale di 953.199 ore di Cassa Integrazione autorizzate (136.984 di ordinaria, 723.028 di straordinaria e 93.187 in deroga).
Un dato sconcertante specie se si guarda all’incidenza della cassa integrazione in deroga sul totale delle ore autorizzate , che si attesta attorno al 9,8 per cento. Tale dato testimonia come il tessuto economico e produttivo della provincia, composto da piccole e piccolissime imprese non riesce a sostenere da solo l’impatto di una crisi ormai divenuta strutturale e aggravata dal drastico calo dei consumi.
L’industria è fra i settori più colpito, passando da 110.908 ore di Cig autorizzate ad aprile, alle quasi 800mila di maggio, insieme all’edilizia che vedere le ore di Cig passare da zero a oltre 72mila.
“Se a questi dati aggiungiamo quelli recentemente emersi dall’indagine ISTAT – spiega Costantino Amato, segretario generale della CSP UIL Messina – abbiamo un vero e proprio bollettino di guerra. Tutti gli indicatori, dal tasso di disoccupazione, sia femminile che maschile ed in particolare quello giovanile, marcano un segno drammaticamente negativo. La recente approvazione della riforma del mercato del lavoro è stata una occasione perduta. Ci saremmo aspettati una sfida sul piano della crescita e della produttività bilanciata da maggiori tutele per i lavoratori più deboli del nostro sistema produttivo. Ci saremmo aspettati la costruzione di un sistema di protezione sociale plasmato sia sulle nuove regole pensionistiche che su una fase di grande difficoltà della nostra economia, ma così non è stato. Perdurando questo stato di crisi, come purtroppo tutti gli analisti prevedono, è necessario continuare a sostenere imprese e lavoratori con tutti gli strumenti che il nostro sistema di sostegno al reddito dispone, ma è necessaria una seria ed urgente politica di crescita economica, che il sindacato da tempo chiede ma che purtroppo questo governo non vuole recepire”.
“Sul piano locale – prosegue Amato – la UIL sostiene con forza il progetto “Uniti per Messina” , cioè quel progetto condiviso da tutte le associazioni del mondo del lavoro che può rappresentare una concreta possibilità di rilancio e di sviluppo della nostra economia”. (SIMONE INTELISANO)