Doveva essere una “moltiplicazione” di canali, cosa che in effetti è avvenuta in gran parte del resto d’Italia. Ma si sa, la Sicilia, è una regione “speciale” non solo per statuto. Quindi, se moltiplicazione è avvenuta, certamente si tratta di “moltiplicazione di interessi”.
Archiviati gli Europei di Polonia e Ucraina con la pesante sconfitta di Kiev per 4-0 subita dalla Spagna, riprendono gli switch off della televisione analogica in Sicilia per gli ultimi tre giorni di passaggi. Oggi (2 luglio 2012) tocca alla città di Trapani e a buona parte della sua provincia, domani sarà il momento di completare il versante nord-ovest della regione con la zona tra le province di Messina e Palermo e mercoledì 4 luglio l’ultimo atto con il capoluogo siciliano e il suo Monte Pellegrino.
Nel frattempo gli editori, che in parte sono stati molto attenti a non perdere tutto il “gruzzolo” di canali a disposizione con l’introduzione del multiplex, hanno già “battuto cassa” alla Regione, per chiedere il sostegno economico necessario al passaggio.
Eppure la “rivoluzione” è stata pensata per consentire una maggiore diffusione di contenuti diversi tra loro, infatti col sistema di diffusione digitale del segnale televisivo usato nel digitale terrestre in Italia, per ogni vecchia frequenza analogica è possibile trasmettere in un Mux fino a 6 canali televisivi a qualità standard.
Facciamo un esempio comprensibile: RTP, che storicamente possedeva due frequenze, con RTP rete2 ha oggi 12 canali disponibili. Ma cosa ci farà? Al canale 612, per esempio, appare una STRETTO TV, una sigla nuova che forse riserverà sorprese. Poi i classici RTP sul canale 17 ed RTP rete2 sul canale 72, e la riproposta sul canale 646 della programmazione di RTP RETE2 un’ora dopo.
Stessa cosa TCF e TREMEDIA, che hanno mantenuto un solo canale con il marchio della tv , rispettivamente il 113 e il 112.
Ma nessuno degli editori ha rinunciato alla possibilità di mantenere il “controllo” sulle frequenze, attraverso accordi e scambi che ora il ministero avrà il compito di monitorare. Infatti per tutto un anno, sarà necessario verificare se il livello della programmazione e del pluralismo viene garantito, per poi eventualmente rilevare le frequenze e assegnarle a chi in prima battuta, non è riuscito ad ottenere un canale.
Così la richiesta di sostegno da parte degli editori al governatore Lombardo non convince sulla possibilità di un miglioramento verso il pluralismo, ma piuttosto sembra un preoccupante segno del solito gattopardismo per cui adesso, sotto il “travestimento” del pluralismo, si ritrova un moltiplicatore di interessi.
Ovviamente Lombardo non può che dichiarare il massimo sostegno. “ La Regione mettera’ a disposizione del settore tutti i possibili strumenti e le misure adeguate per aiutare le emittenti regionali” – ha detto il Governatore rispondendo ad una campagna di comunicazione lanciata dagli editori siciliani per lamentare la mancanza di risorse a sostegno del passaggio al digitale terrestre.
Va sottolineato, pero’, che l’appello degli editori e’ partito dopo che l’Amministrazione regionale aveva annunciato nei giorni scorsi proprio l’intervento a favore del settore.
“Le polemiche non servono – prosegue il governatore -. Basti ricordare che gia’ al prossimo comitato di sorveglianza chiederemo l’introduzione di una specifica linea d’intervento del Po-Fesr 2007-2013 per garantire le risorse necessarie allo sviluppo tecnologico del digitale terrestre. Fino a questo momento, infatti, non era mai arrivata, ne’ in maniera ufficiale ne’ informalmente, una richiesta da parte degli editori – conclude Lombardo – affinche’ nella programmazione dei fondi europei siciliani venisse contemplato uno specifico intervento per l’editoria radio-televisiva”.
Ma una volta non bisognava sostenersi con la pubblicità? Quanti e chi saranno gli “editori” degni di essere annoverati tra i meritevoli del sostegno regionale?