Un detenuto si e’ impiccato alla finestra della sua cella nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto. Lo rende noto il Sappe, Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria. L’uomo era accusato di aver tentato di uccidere la moglie. Il suo è il 29esimo caso di suicidio in carcere dall’inizio dell’anno.
”Quella delle morti in carcere, per suicidio o per cause naturali, si sta configurando come una vera e propria ecatombe – commenta il segretario generale, Donato Capece – non dimentichiamo che a Teramo si sono suicidati 2 detenuti in sole 24 ore. E se il drammatico numero non sale ulteriormente e’ grazie alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria, che quotidianamente sventano numerosi tentativi di suicidi”.
Ma, avverte Capece, ”bisogna darsi concretamente da fare per un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere, argomento rispetto al quale il Sappe, e’ da tempo impegnato nonostante la colpevole indifferenza di vasti settori della politica nazionale. Serve un carcere nuovo e diverso perche’ quello attuale e’ un fallimento”.
”Il dramma dei suicidi in cella e in carcere e’ terribile – aggiunge – per questo sollecitiamo la Ministro della Giustizia Severino a incontrare il Sappe per definire adeguate e concrete strategie di intervento, che sono ben altra cosa rispetto alla fantomatica ‘vigilanza dinamica che piace tanto al Capo Dap Tamburino ma che comporta meno vigilanza e sicurezza nei penitenziari.”’
”Nell’ambito delle prospettive future occorre che lo Stato, pur mantenendo la rilevanza penale, indichi le condotte per le quali non e’ necessario il carcere, ipotizzando sanzioni diverse, ridisegnando in un certo senso l’intero sistema – suggerisce Capece – E la Polizia penitenziaria che riteniamo debba connotarsi sempre piu’ come Polizia dell’esecuzione penale, oltreche’ di prevenzione e di sicurezza per i compiti istituzionali ad essa affidati dall’ordinamento, e’ sicuramente quella propriamente deputata al controllo dei soggetti ammessi alle misure alternative”.
Per ricordare le morti in carcere e la necessità di porre la questione all’ordine del giorno dell’agenda politica, i Radicali hanno organizzato un flashmob in Piazza del Pantheon a Roma.