CITTA’ DI MESSINA: INFERNO E PARADISO

 

Una gioia indescrivibile al termine di una giornata indescrivibile. E’ stata la vittoria del cuore, dell’orgoglio, del coraggio, della personalità, della dignità di un gruppo di uomini veri. Nell’inferno di Santa Maria Capua Vetere i nostri ragazzi hanno dimostrato una volta di più quanto valgono, e non solo come calciatori.

Nel giorno più importante di una stagione massacrante Rando e il suo gruppo hanno saputo afferrare con rabbia e determinazione quella preda tante volte avvistata ma fino a ieri non ancora azzannata. Per tagliare il traguardo c’è voluta un’ultima prova da uomini duri. Che il clima non sarebbe stato amichevole lo si poteva prevedere, ma quanto accaduto ieri non era certo qualcosa di immaginabile. Tanto per iniziare, accoglienza con lancio di uova e bottiglie sul pullman e poi sui calciatori, tentativi di aggressione, sputi, minacce. Minacce proseguite ininterrottamente fino al termine della gara. Un atteggiamento ostile fin dai primi istanti e una lunga serie di provocazioni prima ma anche durante un incontro condito da tanti colpi proibiti.

Per capire quanto è successo all’interno del rettangolo di gioco basta elencare i danni riportati da alcuni dei nostri calciatori: Filippo Pirrotta è uscito dal campo con il naso sanguinante, Domenico Bombara con una profonda ferita al labbro, Ivan Cordima con un taglio al sopracciglio, una forte contusione al setto nasale anche per Alberto Cappello e tante altre ammaccature per gli altri giocatori impiegati, frutto di manate, gomitate, pugni.

Ma non è tutto, perchè anche ai bordi del campo è successo qualcosa di inqualificabile. Un’immagine su tutte rende l’idea: un calciatore di casa che, a gara in corso, sbatte un paio di scarpe sulla testa dell’allenatore ospite Nino Panarello, colpendolo alle spalle. E poi ci sono i ripetuti lanci di oggetti del pubblico verso la nostra panchina: aste di bandiere, fumogeni, decine e decine di bottigliette, un caos tale da costringere l’arbitro a sospendere più volte l’incontro.

Ma neppure tutto ciò ha potuto fermare i nostri ragazzi, loro sono stati più forti di tutto. La squadra ha giocato con grande grinta e senza timore, non ha perso la testa, ha saputo riordinare le idee dopo un avvio da brivido e le numerose occasioni concesse agli avversari nei primi minuti, tutte  neutralizzate però dalle grandi parate di un portiere stratosferico per queste categorie, Agostino Di Dio.

I nostri ragazzi non si sono fatti condizionare dal clima infernale del “Piccirillo”, sono andati dritti per la loro strada e nella ripresa, dopo avere sfiorato il vantaggio con Rosa al 7′, hanno chiuso i conti al 28′ con un’azione da manuale, un paio di tocchi per arrivare al gol promozione: Munafò trova bene Buda che sforna l’ennesimo assist stagionale per quel bomber travestito da centrocampista che indossa la fascia da capitano, il tocco di Assenzio è preciso, la palla è in fondo alla rete, le sofferenze di un anno intero sono spazzate via, l’inferno di Santa Maria Capua Vetere non fa più paura. Anzi, quel gol ci manda in paradiso.

Al fischio finale si arriva senza rischi, con gli avversari in dieci (espulso Bizzarro al 22′) e ormai rassegnati. La serie D, quella serie D inseguita a suon di vittorie e numeri strabilianti per un’intera stagione, finalmente è una realtà. Il passato, quel passato spesso intriso di rabbia, non interessa più. Perchè a prendere la scena sono le lacrime di gioia dei nostri ragazzi, la felicità di chi ha seguito la squadra anche in questo ultimo atto stagionale, l’orgoglio di quanti ci hanno voluto credere fino in fondo, gli abbracci, la festa, l’infinita soddisfazione per un’impresa tutta messinese. ( DAVIDE MANZO- Ufficio stampa CdM)

Qui la fotogallery dal sito ufficiale

 

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