Nulla di nuovo sotto il sole. L’immobilità del Palazzo contro la necessità di mobilità di una città che, se non per tassazioni, è fuori da ogni tipo di standard europeo. Di Atm si è tornato a parlare oggi in occasione di una conferenza organizzata dalla segreteria cittadina del Partito Democratico, che ha ripercorso le ultime vicende ricordando di aver presentato una proposta sulla trasformazione dell’ATM alternativa alla delibera di messa in liquidazione approvata dall’Amministrazione Comunale.
“ La nostra proposta è stata respinta dalla maggioranza di Palazzo Zanca che ha preferito portare avanti la messa in liquidazione dell’ATM e la costituzione della nuova S.p.a. Ebbene – dichiara Giuseppe Grioli – a due mesi dall’approvazione di quella delibera da noi contestata non si conoscono quali atti abbia posto in essere l’Amministrazione Comunale per la costituzione della nuova società per azioni, per la redazione del Piano Industriale e per affrontare il rilancio dell’Azienda trasporti”.
“La messa in liquidazione dell’ATM andava evitata – continuano gli esponenti del PD cittadino – per scongiurare l’accelerazione di iniziative dei creditori volte ad aggredire presso la Regione le risorse destinate al trasporto pubblico locale. Avevamo previsto tale conseguenza e avevamo suggerito, stante la natura di Azienda speciale che comporta sempre l’obbligo del ripianamento dei debiti da parte del Comune proprietario, di imboccare un’altra strada, quella della trasformazione per scissione, aprire una trattativa con i creditori e frenare i pignoramenti presso terzi”.
“Non possiamo più accettare la logica dell’emergenza stipendi – ha ribadito il consigliere comunale Felice Calabrò – non si può più assicurare alla città un servizio da terzo mondo, non è più possibile portare avanti una gestione farraginosa che richiede oggi dosi massicce di managerialità”.
Per gli esponenti del Pd l’unico atto prodotto dalla Giunta Buzzanca è stato il bando della società partecipata Innovabic per la selezione di 3 collaboratori per la redazione di un Piano di Riorganizzazione dei Servizi di Mobilità Urbana al costo di 15 mila euro. Una strategia salutata con “stupore”, dal momento che il piano che in virtù della delibera doveva essere predisposto entro 60 giorni, “termine ampiamente scaduto – ribadisce il PD – così come dovevano effettuarsi entro 90 giorni la redazione dello Statuto e la costituzione della nuova S.p.a. anche questi termini ampiamente scaduti nel nulla più assoluto”.
Il PD cittadino, impegnato nella Conferenza Programmatica Cittadina in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, sottolinea quindi che “ la mobilità urbana sarà un punto centrale per il rilancio della città. Partiremo dalle proposte già avanzate e dal Piano Urbano della Mobilità mai preso in considerazione dall’attuale amministrazione”.