Durante la bella stagione è una delle mete preferite dai subacquei messinesi. E’ il relitto della Motonave Valfiorita, che giace in assetto di navigazione, nelle acque antistanti Mortelle e che dal 2007 è sottoposto a vincolo. Qui i sub di EcosferaDiving, durante una immersione, hanno rinvenuto e segnalato alla autorità competenti una nuova rete da pesca.
“Non è la prima volta che una rete finisce sul relitto – dichiara Domenico Majolino, responsabile del diving ed istruttore subacqueo – nonostante il sito sia vincolato da un’apposita ordinanza della Capitaneria di Porto che dal 2007 ne vieta la sosta e l’ancoraggio di qualunque unità; la pesca sia professionale che sportiva ad eccezione della pesca di superficie del pesce spada con le feluche; l’immersione con apparecchi respiratori (salvo gli autorizzati); ogni attività finalizzata al danneggiamento del relitto e/o all’asportazione delle sue parti”.
Il piroscafo Valfiorita, lungo 144 metri, fu costruito a Genova nel 1942 e venne affondato a Messina, silurato dal sommergibile inglese Ultor, nel Luglio del 1943, mentre si trovava in rotta verso Palermo. Scortato dalla torpediniera Ardimentoso, doppiato Capo Faro, venne colpito da due siluri lanciati dal sottomarino inglese. Le esplosioni provocarono devastanti incendi prima e portarono all’affondamento dopo. La nave trasportava un importante carico bellico destinato a rinforzare le difese dell’Asse nell’isola.
“Visitando oggi il relitto della Valfiorita – conclude Majolino – è bello ricordare le parole scritte di proprio pugno dal comandante Hunt, in capo al sommergibile inglese, che recitano: “Ė accaduto sessant’anni fa e abbiamo imparato ben poco da quei sei anni di guerra perché combattiamo ancora”.