Il Partito Democratico entra nel merito della “questione morale” sollevata dal sindaco dopo l’inchiesta che ha investito il consigliere comunale Giuseppe Capurro, e che ha portato alla cronaca la legge che prevede il rimborso dei consiglieri (provinciali, comunali e di quartiere) che risultano assenti dalla aziende per le quali risultano dipendenti.
“E’ proprio il caso di dire “da che pulpito viene la predica”, o forse o meglio, il primo cittadino predica bene e razzola male. – si legge nel comunicato firmato dal Il Segretario Cittadino del PD Giuseppe Grioli, dal Vice Segretario Armando Hyerace e dal Capo gruppo PD Felice Calabrò – Il richiamo alla questione morale del Sindaco-Deputato Regionale Buzzanca non può non suscitare un pò d’ilarità, atteso che risulta essere l’unico Sindaco deputato che mantiene la doppia carica e ciò, malgrado due Tribunali della repubblica abbiano sancito l’incompatibilità tra le due cariche. Eppure no, l’on. Buzzanca resiste, dovendo (a sentir Lui) dall’alto dello scranno all’ARS garantire gli interessi della città di Messina, anche se poi nulla degno di nota è scaturito per la nostra città dalla doppia attività del detto amministratore.
Il Sindaco, per l’occasione che ci occupa, parla da Coordinatore Provinciale del PDL, allorquando, invece, nella sua qualità di primo cittadino dovrebbe semmai riflettere sull’opportunità delle scelte compiute dalla amministrazione che dirige.
Ed invero, in questi anni di amministrazione si è più volte detto e scritto delle ore di straordinario, forse eccessive, dei soli dipendenti preposti all’ufficio di gabinetto; delle strane delibere di giunta per la concessione dell’integrazione oraria a singoli dipendenti articolisti; dell’inutile e costoso incremento del costo del collegio di difesa, che, peraltro, cozza con l’enorme numero di pratiche legali affidate all’esterno; dell’eccessivo numero di esperti nominati (oltre 40), peraltro non giustificato dall’attività posta in essere nell’interesse dell’Ente; dell’affidamento di servizi al consorzio sociale siciliano, consorzio composto da cooperative i cui dirigenti spesso sono anche Consiglieri Comunali. E che dire del recente incarico conferito all’avvocato Scurria da parte dell’ATM per relazionare sui pignoramenti presso terzi subiti dall’Azienda Trasporti presso la Regione Siciliana, pratiche di cui già si stavano occupando i legali (consulenti annuali) in forza all’ATM. Ed inoltre, di incarichi dati e poi revocati ce ne sono stati, il riferimento è all’agronomo Ortoleva, all’indennità che il sindaco si era assegnata con OPCM emergenza traffico poi revocata in autotutela etc…
E questi sono solo pochi esempi di una gestione che meriterebbe una ponderata analisi, affinché, per dirla con il Sindaco, a prevalere fosse il senso di responsabilità e l’etica. In ordine alle indagini che riguardano il consigliere Capurro, volutamente, non siamo intervenuti, perché crediamo che la magistratura debba fare il suo corso.
Ma il giudizio politico è pertinente ed il Sindaco dovrebbe semmai riflettere su questi aspetti.
La questione morale attiene anche al modo in cui si esercita il proprio ruolo.
La doppia carica porta il Sindaco ad essere assente dalla città per almeno tre giorni la settimana, posta la sentenziata sua incompatibilità, ci chiediamo: costa? e se si, quanto costano alle casse comunali gli spostamenti Messina/Palermo e viceversa dell’onorevole primo cittadino, posto che lo stesso è dotato, ex lege, di macchina e di autista al seguito? Circostanza e dati che, ovviamente, verificheremo.
L’assenza del predetto dalla città, inoltre, lascia senza guida l’Amministrazione Comunale per metà settimana, certo questo non pare proprio etico.
Il Pd, nel rispetto delle indagini e delle persone coinvolte, ha preferito non esprimersi per un principio di garanzia che è connaturato al nostro DNA.
Ma, certamente, la lezione di morale non possiamo accettarla dal Sindaco di Messina. La legge che consente ai dipendenti privati di esercitare il proprio mandato elettivo garantisce la partecipazione a tutti alle cariche pubbliche. Diversamente dovremmo concludere che la politica deve essere prerogativa di dipendenti pubblici, professionisti o benestanti. Altra cosa, per contro, sono gli abusi e le applicazioni distorte della legge, quelle vanno combattute e respinte”.