Si dimetterà da capogruppo comunale del Pdl il consigliere Giuseppe Capurro, indagato nell’ambito di un’inchiesta sulla cooperativa sociale “Progetto nuovo ambiente”, di cui era direttore.
Un “doveroso” passo indietro dell’esponente del Pdl che non vuole essere d’intralcio al suo partito e che rassegnerà le dimissioni al coordinatore cittadino Vincenzo Garofalo.
Secondo gli accertamenti della polizia giudiziaria la coop “Progetto Nuovo Ambiente”, è una società fantasma, creata al solo scopo di retribuire Capurro e gli altri dirigenti, permettendogli di entrare a far parte dell’albo delle cooperative ai quali il Municipio di Messina concede finanziamenti e contributi per servizi di vario genere. Dai risultati investigativi, infatti, la cooperativa risulta senza sede ne struttura. Solo uno “stipendificio” per Capurro che avrebbe percepito una remunerazione da massimo dirigente per un rapporto di lavoro inesistente e per almeno due anni, dal 2009 al 2011.
Il procuratore aggiunto Ada Merrino, titolare dell’inchiesta, ha ipotizzato due casi di truffa e sei di falso in atto pubblico, con l’aggravante dell’abuso di potere e della violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione vista la veste di consigliere comunale, e notificato a Capurro l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Indagati anche Rita Pisa, presidente della cooperativa, e il figlio Ignazio Di Giuseppe, tecnico esterno della stessa coop.
Capurro replica alla notizia con un comunicato:
“Giovedì pomeriggio mi è stata notificata un informazione di garanzia, non certo una condanna- scrive il consigliere – con la quale la Procura della Repubblica di Messina mi comunica che svolge indagini (in verità dal 2011) al fine di accertare nei miei confronti i reati di truffa e falso. Ho contattato immediatamente il coordinatore cittadino del PDL, On. Garofalo, per comunicare le mie dimissioni dalla carica di capogruppo. La vicenda riguarda il rapporto di lavoro che ho intrattenuto sino al mese di febbraio del 2011. Secondo la tesi accusatoria avrei, pur nel rispetto della legge vigente, tratto in inganno il Comune di Messina tenuto a rimborsare al datore di lavoro le assenze per motivi istituzionali.
Mi preme chiarire che quanto contestato non rispecchia in alcun modo i fatti che un Giudice terzo dovrà valutare. Di questo ne sono sicuro e il tempo, come si dice, sarà galantuomo.
Comprendo, tuttavia, che in questo momento il tentativo di controbilanciare la tesi accusatoria sui media mi vedrebbe senz’altro soccombente. Mi difenderò nel processo dagli addebiti, consapevole di aver agito nel rispetto della legge che dal 2000 si applica a tutti gli Amministratori dei Comuni Siciliani.
Comprendo, pure, che per chi svolge attività politica anche un semplice avviso di garanzia impone un passo indietro. Già nel mese di febbraio del 2011 avevo interrotto il rapporto di lavoro che intrattenevo da meno di due anni.
In un mondo in cui nessuno, prima eventuali rinvii a giudizi o peggio di sentenze definitive , lascia qualsiasi incarico, ritengo di aver già dato prova di serietà. Ma come dicevo, il tempo, in questo caso, sarà galantuomo!”