Turbine posizionate in acqua che utilizzano le correnti marine per produrre elettricità in modo altamente efficiente. Si tratta del progetto Priamo (Pianificazione, ricerca e innovazione in un ambiente marino orientato) finanziato dalla commissione Europea e coordinato dal dipartimento di Biologia animale ed ecologia marina dell’università di Messina.
Con il progetto vengono proposte metodologie in grado di individuare l’idoneità potenziale di siti per l’installazione di turbine sottomarine che ha identificato in Italia, in particolare nello Stretto di Messina, una delle aree ideali.
La prima campagna in mare del progetto, Ichnussa 2012, è stata realizzata dall’Iamc-Cnr di Oristano e Messina e dall’Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr di La Spezia e Venezia.
Utilizzando la nave oceanografica Urania è stato caratterizzato morfologicamente il fondale nel quale dovrebbe essere posizionata la turbina mediante acquisizione di dati batimetrici con Multibeam ad alta risoluzione. I risultati ottenuti sono relativi alla parte settentrionale dello Stretto di Messina, versante siciliano, di fronte alla spiaggia di Ganzirri, una zona con profondità variabile tra 25 e 90 metri. Per la verifica del corretto funzionamento dei modelli sarà posizionato un ormeggio fisso e acquisiti ulteriori dati di corrente nello Stretto.
“Le correnti marine presenti – spiega Alberto Ribotti dell’Istituto per l’ambiente marino costiero (Iamc) del Cnr di Oristano – saranno studiate utilizzando modelli numerici a calcolatore realizzati dal nostro Istituto a Oristano. L’intero sistema numerico – aggiunge – è composto da diversi modelli di previsione a sempre maggiore risoluzione spaziale, innestati uno nell’altro, che produce dati giornalieri dei principali parametri oceanografici in 3D”. Sarà anche verificata – conclude il ricercatore – “l’eventuale presenza e distribuzione nell’area di specie protette come la ‘Posidonia oceanica’ e la ‘Pinna nobilis'”.