BARCELLONA PG ULTIMO ROUND: “CONFRONTO” A DISTANZA, STESSO ORARIO MA DIVERSE LE PIAZZE

Ultimo round in un venerdì sera infuocato: i ballottisti barcellonesi concludono le rispettive propagande “confrontandosi” in due differenti piazze storiche.

Di confronto in realtà ve n’è stato poco: entrambi si sono limitati inizialmente, in una affollata piazza San Sebastiano, ad esporre i programmi già detti e ad enunciare i motivi per cui dovrebbero essere preferiti l’uno all’altro. L’uno parla di serietà e sviluppo, l’altra idem, però rigorosamente “l’un contro l’altro armati”. Le armi sono quelle, leggere ma taglienti, che spesso si propongono in queste occasioni: le documentazioni.

Ciò che, soprattutto, ha non poco indispettito i parecchi curiosi non ancora schierati è stata però la simultanea comiziale svoltasi in due piazze differenti; piazze non raggiungibili in tempi brevi a piedi e dunque o si prendeva l’auto correndo (nei limiti del possibile) per le strade cittadine fortunatamente libere, oppure si decideva chi ascoltare, con tutta buona pace del diritto al confronto. Sì la prima parte dell’intervento d’ entrambi, un’ora ciascuno dalle 20 alle 22, s’è svolta nella caratteristica piazzetta antistante il Giardino Oasi, però i momenti più interessanti ,e soprattutto infuocati, sono stati l’uno sempre in Piazza San Sebastiano (Maria Teresa Collica) e l’altro in quella di San Giovanni, di fronte l’omonima chiesa seicentesca che rappresenta un’altra perla dell’architettura cittadina. Quest’ultima area pedonale è considerata un vanto dell’amministrazione uscente che in effetti l’ha resa molto gradevole e finalmente ben usufruibile da un quartiere abitato in parte da anziani affezionati, in parte da nuove generazioni molto attente a questo nuovo spazio divenuto per esse luogo di incontro molto più vicino dell’ “agorà” della Basilica di San Sebastiano.

In effetti non si poteva scegliere luogo migliore per mettere sotto gli occhi quelli che sono stati i lavori pubblici riconosciuti validi da tutti i candidati, opposizione compresa. Però i cittadini si sono visti presentare una opzione difficile e piuttosto indesiderata, quella di scegliere. Dunque domanda che è aleggiata in quel di San Sebastiano: perché? Perché non dare a tutti la possibilità di ascoltare entrambe le fazioni e giudicare di conseguenza? A maggior ragione dato che i due candidati se le son dette di santa ragione, o meglio, triste davvero, se le sono mandate a dire di santa ragione; e spesso ricevendo solo stralci di frasi mal interpretate, come capita sempre quando si gioca al telefono senza filo.

Così il Sindaco Nania cita la dichiarazione “fresca” di un sostenitore della  Collica, il regista Pollicina, in maniera inesatta: l’artista aveva infatti espresso riconoscenza alla giunta uscente per la chiusura dei lavori del Teatro Mandanici, augurandosi però una folta attività al suo interno, attività che a suo dire non potrebbe trovare realizzazione in una città dove la creatività artistica è stata sentita e giudicata inutile. Dunque una critica non al teatro, definito addirittura bellissimo e funzionale, e nessuna allusione ad un uso di propaganda della struttura, bensì un rimprovero per una carenza di considerazione verso quegli artisti senza le cui opere tali luoghi diventano inutili. La frase riportata al sindaco Nania invece era soltanto di polemica, ovvero che il regista avrebbe accusato la giunta di aver inaugurato il teatro per poterlo utilizzare per “personali obiettivi propagandistici” . Queste piccole beghe, sorte sul “si dice”, si sarebbero potute evitare, lasciando spazio ad un vero confronto, se, iniziando poco prima l’evento o magari impostandolo diversamente, i due candidati si fossero ascoltati ed affrontati nello stesso luogo.

Infine, proprio poco prima che in San Sebastiano riprendesse a parlare la Collica, dopo un’ora di pausa che sarebbe dovuta essere nuovamente ad appannaggio di Catalfamo, sul palco di San Giovanni è salito, concludendo la serata, il Senatore Domenico Nania che, armato appunto di documentazioni, ha denunciato quelle che sarebbero state le politiche scorrette di una sinistra che ha, secondo le sue conclusioni, posto le basi per l’indagine prefettizia che pochi mesi fa ha interessato il comune del Longano causando quella spada di Damocle ancora pendente chiamata “minaccia di commissariamento”.

A suo dire una serie di manovre sbagliate intessute da una giunta precedente quella del sindaco Candeloro Nania, e poi ricaduta sull’amministrazione di centrodestra a giochi già fatti.

Mentre dunque da una piazza Mariateresa Collica denunciava le carenze organizzative di una coalizione che a suo dire aveva fatto perdere occasioni importanti alla città a causa delle mancate presentazioni progettuali, menzionando anche la difficile situazione del precariato e le inchieste della prefettura, dall’altra  un senatore altrettanto agguerrito rispondeva a toni  rigettando le responsabilità sul possibile scioglimento comunale.

Il tutto però senza che i cittadini potessero saperlo perché o ci si trovava a San Giovanni o a San Sebastiano ed il dono dell’ubiquità è una caratteristica ancora solo divina e probabilmente, per chi vi crede, dei due santi cui sono intitolati le piazze scelte come ring. (CARMEN MERLINO)

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